Ecoballe, via libera allo smaltimento fuori regione di 1,2 milioni di tonnellate

di Luigi Palumbo 02/08/2024

Il via libera del CIPESS alla tranche da 1,9 miliardi di euro di fondi di coesione per la Campania rilancia le operazioni di smaltimento delle ecoballe: 300 milioni serviranno a finanziare l’invio all’estero di 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti impacchettati. Ma sull’orizzonte temporale del piano resta l’incognita delle risorse


Lo sblocco dello stallo sui fondi di coesione per la Campania riavvia anche il piano di smaltimento delle ecoballe. Con il via libera arrivato dal CIPESS all’anticipazione di circa 1,9 miliardi di euro, nell’attesa della sigla dell’accordo tra governo e Regione, riprende slancio la procedura per inviare a impianti esteri 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti storici stoccati negli anni dell’emergenza nei maxi siti di Villa Literno, in provincia di Caserta, e Giugliano, in provincia di Napoli. La gara d’appalto per l’affidamento di due lotti da 600mila tonnellate l’uno, dal valore a base d’asta di 289 milioni di euro a valere sui fondi FSC del ciclo 2021-2027, era stata messa in stand by nell’attesa della sottoscrizione dell’accordo di coesione. Dopo mesi di tensioni – anche in sede giudiziale – tra il governatore della Campania Vincenzo De Luca e il ministro per le Politiche di coesione Raffaele Fitto, è arrivato ieri il via libera del CIPESS allo sblocco dell’anticipazione da un miliardo 973mila euro che tra le altre cose, ha chiarito lo stesso ministro, servirà a finanziare la realizzazione del nuovo impianto di trattamento dei rifiuti organici di Napoli est ma soprattutto a supportare la “rimozione delle ecoballe, un tema su cui peraltro insiste una procedura di infrazione europea ai danni dell’Italia”. Contenzioso che, secondo la Corte dei Conti, è costato fin qui più di 300 milioni di euro in sanzioni.

La gara d’appalto per l’affidamento dei due lotti è stata bandita lo scorso dicembre. Stando al capitolato, le operazioni dovranno concludersi entro 48 mesi dalla data di sottoscrizione dell’accordo quadro con le imprese aggiudicatrici. Cosa che, se le operazioni non dovessero incontrare intoppi, collocherebbe la fine dei trasporti a cavallo tra 2028 e 2029. Il condizionale resta d’obbligo, visto che la prima parte dei trasferimenti fuori regione delle ecoballe, lanciata nel 2015, ha impiegato esattamente il doppio del tempo. Complice una lunga serie di ostacoli, dalla crisi del mercato globale dei rifiuti al covid, fino all’ingolfamento della logistica nei mesi della ripartenza, le operazioni sono terminate solo nel 2023 con il trasferimento di poco più di un milione di tonnellate. Le difficoltà incontrate nel corso degli anni hanno costretto la Regione a rivedere più volte al rialzo gli importi per tonnellata messi a base di gara, fino ad arrivare a un costo complessivo di 150 milioni di euro. Circa la metà delle risorse appostate sulla nuova gara finanziata dai fondi FSC. Stavolta, insomma, la Regione gioca sul sicuro, appostando una cifra che consenta di far fronte senza troppi affanni ai circa 240 euro che oggi servono per smaltire all’estero una tonnellata di indifferenziato.

La prima tornata di trasferimenti fuori regione aveva consentito di liberare, tra le altre, anche l’area di stoccaggio situata nel cuore del comprensorio militare Menanova di Persano, nel comune di Serre in provincia di Salerno, che per anni aveva ospitato circa 80mila tonnellate di rifiuti imballati accumulati tra 2000 e 2009, in piena emergenza. Proprio mentre si completavano le operazioni di svuotamento dei cumuli storici, tuttavia, il sito era tornato a riempirsi di rifiuti: 6mila tonnellate circa, quelle fatte rientrare nel 2022 dalla Tunisia, poste sotto sequestro dalla procura di Potenza e infine distrutte da un incendio nella serata di martedì scorso, 30 luglio.

I rifiuti, costituiti principalmente da frazioni in plastica non riciclabile derivanti dalla selezione delle raccolte differenziate urbane, erano stati inviati in Tunisia nel 2020 e a seguito di un’indagine del governo maghrebino, che aveva fatto emergere gravi irregolarità e violazioni delle convenzioni di Basilea e Bamako, erano stati fatti rientrare a spese della società provinciale Ecoambiente Salerno. Poi l’apertura di un’indagine della procura lucana e il sequestro. Solo a dicembre scorso le balle stoccate a Serre erano state dissequestrate per essere avviate a smaltimento. L’appalto, dal valore di 2 milioni di euro, era stato aggiudicato a giugno dalla Regione Campania. Che non ha dubbi sulla natura dolosa del rogo, scoppiato appena un giorno prima dell’avvio delle operazioni di rimozione. “Un sincronismo che dimostra un chiaro contenuto doloso – ha commentato il vice presidente e assessore all’ambiente Fulvio Bonavitacola – la vicenda dei rifiuti tunisini si conferma ancora una volta oscura e segnata da azioni di stampo criminale. Saranno gli organi inquirenti a fare definitiva chiarezza su tutto”.

Nel frattempo sempre sul fronte ecoballe proseguono le fasi industriali del piano regionale di smaltimento, quelle che prevedono il riprocessamento dei rifiuti nei due impianti di Giugliano e Caivano per il recupero di materiali riciclabili e la produzione di combustibile da inviare a impianti di recupero energetico fuori regione. Stando al recente aggiornamento del piano regionale rifiuti, a dicembre del 2023 i due impianti avevano trattato complessivamente 615mila tonnellate di ecoballe. Al termine del periodo stabilito da contratto con le imprese che gestiscono i due siti, vale a dire a cavallo tra 2025 e 2026, gli impianti avranno trattato complessivamente 1,6 milioni di tonnellate di ecoballe. Sommandole al milione già inviato fuori regione e agli 1,2 milioni di tonnellate della nuova gara, viene fuori che per chiudere definitivamente il capitolo ecoballe occorrerà rimuovere ancora una quota compresa tra le 500 e le 600mila tonnellate di rifiuti. L’idea è quella di rinnovare le intese con le aziende che gestiscono i due impianti, “previa individuazione degli ulteriori fondi necessari”, chiarisce però l’ultimo report sull’attuazione del piano. Insomma, a quasi dieci anni dall’avvio delle operazioni e nonostante il generoso stanziamento da 450 milioni di euro disposto nel 2015 dall’allora governo in carica, che ha fin qui finanziato il piano, e i circa 300 milioni prelevati dal fondo FSC, l’incognita sulle risorse continua a gettare un’ombra di incertezza sull’orizzonte temporale del titanico piano per rimuovere definitivamente le piramidi di rifiuti accumulate negli anni dell’emergenza.

1 Commento su "Ecoballe, via libera allo smaltimento fuori regione di 1,2 milioni di tonnellate"

  1. Saverio ha detto:

    SALVE,LA MIA DOMANDA E’?
    DOPO FINITE QUESTE ECOBALLE GLI IMPIANTU DI CAIVANO E GIUGLIANO CHE FINE FARANNO?

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