Dalla VIA al responsabile tecnico: tutte le novità del decreto ambiente

di Luigi Palumbo 10/10/2024

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto ambiente: in materia di rifiuti sì alla qualifica di urbani ‘simili’ per sfalci e potature e alle semplificazioni per il responsabile tecnico. Stretta sui contributi EPR per la vendita di prodotti elettronici online e di pneumatici


Dalle procedure di valutazione ambientale alla classificazione dei rifiuti, dalla composizione dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali alla bonifica dei siti orfani. È un decreto omnibus in materia di politiche ambientali, quello approvato oggi dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. “Un testo che tiene insieme la primaria esigenza di tutela ambientale con il bisogno di liberare, valorizzandole, grandi energie e buone pratiche esistenti in Italia” ha scritto Pichetto in una nota. “Semplifichiamo le procedure autorizzative – ha aggiunto la vice ministro Vannia Gava – e rafforziamo gli approvvigionamenti nazionali, promuoviamo l’economia circolare facilitando il lavoro delle imprese e mettiamo in sicurezza il territorio da siccità e alluvioni”.

Per conoscere il testo definitivo del decreto occorrerà attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Per ora se ne conosce lo schema presentato in preconsiglio, che si compone di 11 articoli ed è aperto dall’atteso intervento in materia di valutazioni e autorizzazioni ambientali, la cui urgenza, si legge nella relazione illustrativa, “è rinvenibile nell’approssimarsi delle scadenze previste dal PNRR e dal PNIEC per la realizzazione degli obiettivi di decarbonizzazione, diffusione delle energie rinnovabili e sicurezza energetica”. In particolare, a fronte della grande mole di istanze sottoposte alle Commissioni di valutazione ambientale VIA-VAS e PNRR-PNIEC, con un decreto di futura pubblicazione verrà istituita una ‘corsia veloce’ per progetti di interesse strategico nazionale, privilegiando l’affidabilità, la sostenibilità tecnico-economica, il contributo agli obiettivi PNIEC, l’attuazione di investimenti PNRR e la valorizzazione dell’esistente. Una sorta di filtro alle istanze, come chiesto nelle scorse settimane dal presidente della commissione tecnica PNRR-PNIEC Massimiliano Atelli. In più vengono definite, tra le altre, anche nuove tempistiche per il procedimento di VIA e per la verifica di assoggettabilità.

Accanto a misure per rilanciare gli approvvigionamenti energetici – alcune delle quali destinate a far discutere, come la deroga per il rilascio di concessioni in Adriatico per l’estrazione di gas naturale sulla base di istanze già rilasciate ma “ai soli fini della partecipazione alle procedure di approvvigionamento di lungo termine” – e a misure di contrasto all’emergenza idrica, anche con l’introduzione del concetto di “acque affinate” per coordinare il testo unico ambientale con il nuovo decreto sul riutilizzo (in fase di approvazione) e con la disciplina europea in materia, spiccano diversi interventi in materia di gestione dei rifiuti ed economia circolare. A partire, stando allo schema presentato in preconsiglio, dal rafforzamento dell’applicazione del regime della responsabilità estesa del produttore per gli operatori del retail di elettronica online. Una misura che punta a far emergere sacche di evasione e fenomeni di free-riding in scia con la sperimentazione che ha portato alla luce eco contributi evasi per 13,6 milioni di euro, garantendo nel 2022 l’avvio a riciclo di ulteriori 1.500 tonnellate di pile e accumulatori e circa 45 mila tonnellate di raee. Sempre in tema di lotta all’evasione dell’eco contributo sulla vendita di beni in regime di responsabilità estesa, diventa sanzionabile la mancata indicazione della fee, “in modo chiaro e distinto”, nella fattura per la vendita di pneumatici.

Decisamente variegato il capitolo di interventi in materia di rifiuti e riciclo, con il decreto che, sempre stando allo schema presentato in preconsiglio, punta a velocizzare l’istruttoria per l’adozione di decreti ‘end of waste’, rafforzando il gruppo di lavoro istituito presso il Ministero dell’Ambiente. Sempre in tema di rifiuti, il testo prova a porre fine anche all’annosa questione della classificazione degli sfalci e potature, inserendo anche le attività di manutenzione del verde urbano tra quelle che producono rifiuti urbani ‘simili’ ai rifiuti speciali (ex assimilati). Cosa che ne consentirà il conferimento nei centri pubblici di raccolta anche da parte delle piccole e piccolissime imprese del verde. Sempre in tema di PMI, viene semplificato il regime di legge per l’attribuzione, da parte dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali, dell’idoneità di responsabile tecnico ambientale, riconoscendo al legale rappresentante dell’impresa la facoltà di esercitare anche il ruolo di RTGR a condizione di averlo già svolto nella stessa impresa per almeno cinque anni consecutivi. Il decreto allarga inoltre il comitato nazionale dell’Albo con l’ingresso di due nuovi componenti scelti rispettivamente tra le associazioni dei gestori di rifiuti e quelle dei trasportatori, cosa che porta da diciannove a ventuno i membri del comitato “per assicurare una maggiore rappresentatività”, si legge nella relazione illustrativa.

In tema di bonifiche, e sempre in chiave di velocizzazione delle procedure legate al PNRR, viene semplificata la disciplina in materia di siti orfani. Stando al Piano, che alla bonifica dei siti orfani ha destinato 500 milioni di euro, entro il primo trimestre 2026 almeno il 70% delle aree individuate dovrà essere risanato. Il decreto alleggerisce l’iter autorizzativo per la messa a terra degli interventi, introducendo tempi più serrati per l’approvazione del piano di caratterizzazione, dell’analisi di rischio e del progetto di bonifica. In più, viene estesa anche alle acque sotterranee la procedura per la determinazione dei valori di fondo nei siti in cui le concentrazioni rilevate superino i limiti delle CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione).

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