Secondo il consorzio Comieco nel 2021 sono state raccolte oltre 3,6 milioni di tonnellate di imballaggi in carta e cartone, con un tasso di riciclo che per il secondo anno raggiunge e supera l’obiettivo europeo dell’85% al 2030. A Sud il ‘modello Messina’ supera i 50 kg, ma restano da strappare alla discarica altre 800mila tonnellate
Dopo la frenata causa covid, nel 2021 torna a crescere la raccolta e avvio a riciclo degli imballaggi in carta e cartone, superando per la prima volta il tetto dei 60 kg per abitante. Con una crescita media del 3,2% su base annua a livello nazionale, pari a 110mila tonnellate in più, e punte superiori al 4% nelle Regioni del Centro e del Sud, nel 2021 la filiera ha raccolto oltre 3,6 milioni di tonnellate di imballaggi post consumo, confermandosi eccellenza europea dell’economia circolare e raggiungendo e superando per il secondo anno di fila il target europeo dell’85% al 2030. Sono i numeri dell’ultimo rapporto annuale del consorzio Comieco, presentato questa mattina a Messina. Location non casuale. Il capoluogo siciliano guida infatti nel 2021 la classifica dei comuni più virtuosi, simbolo del riscatto di un Sud che negli ultimi anni ha visto migliorare in maniera sensibile le proprie performance di raccolta differenziata, con percentuali di crescita superiori a quelle delle storicamente più virtuose Regioni del Nord.
“Messina è un modello di riferimento – spiega il direttore generale di Comieco Carlo Montalbetti – è partita da una raccolta che, come a Palermo, era intorno ai 25 kg per abitante e oggi è sopra i 50 kg. Palermo, per contro, da 25 è passata a 23 kg per abitante. È evidente che Messina ha una marcia in più – aggiunge – ed è una marcia in più che il prodotto della somma tra la buona azione dell’amministrazione e l’attenzione dei cittadini. Un’esperienza che va raccontata. L’obiettivo è quello di portare l’intera Sicilia da una media di 40 kg per abitante ai 50 kg che sono il ‘platfond’ di Messina”.
Circa 38mila le tonnellate raccolte in più dalle Regioni meridionali, con una crescita del 4,3%, seconda di poco a quella del Centro, con il 4,5%, e superiore a quella delle Regioni settentrionali, dove la raccolta è aumentata del 2%. A Sud il salto più consistente, spiega Comieco, è proprio quello della Sicilia che con 14mila tonnellate in più supera i 40 kg per abitante per la prima volta nella sua storia, contribuendo per ben un terzo alla crescita del Mezzogiorno e per il 13% alla crescita complessiva nazionale. E anche se gli obiettivi al 2030 risultano centrati e superati con notevole anticipo, spiega Comieco, restano ampi margini di miglioramento. Circa 800mila le tonnellate di imballaggi cellulosici che ancora oggi finiscono in discarica o in inceneritore, calcola il consorzio, da recuperare lavorando alla riduzione del gap che ancora separa le regioni del Nord da quelle del Centro-Sud (dalle quali sfuggono 550mila tonnellate) e sviluppando la raccolta differenziata sull’intero territorio nazionale.
“Attraverso le 983 convenzioni attive, nel 2021 Comieco ha corrisposto ai Comuni 218 milioni di euro – spiega Montalbetti – con un aumento del 44% rispetto al 2020, per la presa in carico e l’avvio a riciclo di oltre 2,5 milioni di tonnellate, pari a circa il 70% della raccolta differenziata comunale in Italia: il picco massimo di quantità gestite in tanti anni di storia”. Questo sebbene anche nel 2021 il consorzio abbia confermato e consolidato la natura sussidiaria della propria azione. Se nella prima parte dell’anno, segnata da incertezze sul mercato delle materie prime seconde, i convenzionati hanno affidato a Comieco volumi crescenti di materiali, nella seconda metà dell’anno l’aumento della domanda ha innescato forti rialzi nelle quotazioni dei maceri, spingendo molti comuni e gestori a contrattare autonomamente sul libero mercato la collocazione delle raccolte.
Un mercato, quello del macero, spinto negli ultimi anni dalla crescente domanda di carta e cartone da imballaggio alimentata dal boom degli acquisti online e del delivery, spiega Comieco. Con effetti rivitalizzanti anche sull’assetto industriale del settore cartario. Tre i siti produttivi un tempo dedicati alla produzione di carta grafica riconvertiti alla produzione di carta da imballaggio nell’arco degli ultimi tre anni, contribuendo all’aumento della domanda interna di maceri, giunta oggi a superare i 6 milioni di tonnellate l’anno. Se l’intera industria cartaria impiega oggi il 62% di carta da macero nelle nuove produzione, nel settore del packaging, dice il consorzio, si arriva a superare il 90%, con un volume della produzione pari a 5,2 milioni di tonnellate secondo alla sola Germania. “Tutto quello che viene raccolto è integralmente riciclato in Italia – chiarisce Montalbetti – l’industria cartaria nostrana oggi fa registrare il tasso di crescita maggiore in Europa nell’utilizzo di carta da macero. È il segnale più significativo della competenza italiana nel campo dell’economia circolare e in particolar modo nel settore della carta”.
Resta poi da sciogliere il nodo della qualità. A differenza delle raccolte svolte presso le attività commerciali, la differenziata domestica presenta ancora nel 50% dei casi livelli di impurità tali da rendere necessario il ricorso a operazioni industriali di pulizia, indispensabili a garantire la compatibilità degli imballaggi post consumo con i cicli industriali di riciclo in cartiera. Percentuali che al Sud, spiega Comieco, arrivano anche al 75%. Assicurare la migliore qualità già in fase di raccolta, chiarisce il consorzio, diventa essenziale per migliorare l’efficienza e l’economicità lungo tutta la filiera, che oggi conta 361 impianti di riciclo e 58 cartiere. “I numeri che registriamo nei nostri impianti sono preoccupanti – dice Carmelo Marangi, vice presidente di Unirima, l’associazione dei produttori di macero – è sempre più difficile per i riciclatori trovare spazi per il recupero o lo smaltimento delle frazioni estranee. Bisogna agire sulla comunicazione al cittadino per migliorare la qualità della raccolta e diminuire i costi della selezione dei materiali da fornire alle cartiere”. Cartiere che, dal canto loro, sottolineano la necessità di aumentare la capacità complessiva di recupero energetico del sistema nazionale per accogliere gli scarti generati a valle delle filiere del riciclo. “Il Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti ha compreso questa esigenza – commenta il vice presidente di Assocarta Carlo De Iuliis – l’industria è pronta a fare la sua parte”.