ROMA. A vent’anni dall’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, l’attuale presidente dell’organo bicamerale Alessandro Bratti ha riunito a Montecitorio tutti i massimi esperti di ambiente in Italia per fare un bilancio delle attività svolte dalla sua nascita. Tra i primi a parlare, il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti che ha sottolineato l’importanza e la centralità del ruolo svolto dalla commissione dal 1995 ad oggi. Numerose inchieste hanno dimostrato che buona parte del territorio nazionale attualmente ingoia tonnellate di veleno a causa di uno scempio che spesso poteva essere combattuto con strumenti diversi da quelli messi in campo, come ha sottolineato nel suo intervento il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone. «Spesso come Procura ci siamo imbattuti in reati ambientali commessi contro la Pubblica amministrazione, trattarli come reati di mafia comporta procedure molto più lunghe e farraginose. A volta sarebbe bastato procedere per reati amministrativi e assicurare tempi e pene certe a chi li aveva commessi». Dello stesso avviso anche il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, che presso la Procura di Napoli si è occupato spesso di Terra dei Fuochi. Roberti ha però anche evidenziato che proprio l’intervento dell’organo inquirente istituito in seguito alla morte dei giudici Falcone e Borsellino, spesso ha permesso di evidenziare il carattere fallimentare del sistema di tracciabilità dei rifiuti nel nostro Paese, a tutto favore del traffico transfrontaliero tra Italia, Asia e Africa, e delle organizzazioni terroristiche di questi due continenti. Poi è toccato ai presidenti che negli anni si sono succeduti alla guida dell’organo parlamentare. Gaetano Pecorella ha voluto ricordare la morte del capitano dei carabinieri Natale De Grazia avvenuta negli anni ’90 e archiviata come morte naturale ma che, secondo quanto accerterebbero alcune perizie, sembrerebbe essere stata provocata da avvelenamento. Il militare, secondo Pecorella, fu assassinato perché stava indagando su navi cariche di rifiuti, dirette in Africa e fatte affondare. A Pecorella ha fatto seguito l’intervento dell’ex presidente Paolo Russo che ha bocciato in toto la politica dei rifiuti adottata in Campania dal 2000 ad oggi, parlando in particolare della sorte cui occorre destinare le oltre 5 milioni di tonnellate di ecoballe disseminate su tutto il territorio regionale. Ha parlato poi il primo presidente Massimo Scalia, che si è soffermato sul deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e sul fallimento della Sogin che dal 2004 al 2007 ha appaltato ogni attività di smaltimento delle scorie, e rimandato le attività di costruzione di un deposito nazionale. Le conclusioni sono state proprio dell’onorevole Bratti che ha voluto lasciare tutti con un pensiero ottimista: «Il lavoro della commissione sta funzionando». Per Bratti l’organo parlamentare è uno dei primi esempi di come la politica si sappia mettere al servizio del privato agevolando il lavoro delle imprese oneste che in Italia sanno trarre profitto dal rispetto della legge e soprattutto dell’ambiente.