Le relazioni triennali sull’attuazione delle direttive comunitarie in materia di rifiuti, redatte dagli Stati membri, non si sono dimostrate efficaci ai fini della verifica della conformità alle direttive, della loro attuazione e dell’impatto da queste esercitato. Questa la conclusione della Commissione europea contenuta nella relazione sull’attuazione della normativa dell’Ue in materia di rifiuti nel periodo 2010-2012, basata sulle comunicazioni che ogni Stato membro è tenuto ad inviare a Bruxelles ogni tre anni. Secondo la Commissione «le risposte fornite sono varie e spaziano tra informazioni dettagliate e complete a meri riferimenti alla legislazione nazionale». Motivo per cui la Commissione è giunta alla conclusione che «le informazioni più obiettive e accurate per valutare i risultati ottenuti nell’ambito della gestione dei rifiuti nei vari Stati membri consistono nei dati che tali Stati hanno l’obbligo di produrre ogni anno sui rifiuti prodotti, le loro attività di riciclaggio e recupero dei rifiuti, il conferimento in discarica e la produzione e l’utilizzo di fanghi di depurazione. Gli Stati membri – scrive la Commissione – dovrebbero pertanto fare di più per migliorare la qualità, l’affidabilità e la comparabilità di tali dati».
Basandosi sulle comunicazioni ricevute, la Commissione ha potuto tracciare un quadro, seppur non esaustivo, dello stato di attuazione delle direttive Ue in materia di gestione dei rifiuti. Rispetto alla direttiva 2008/98/CE sui rifiuti, che ogni Stato membro era obbligato a recepire nel proprio ordinamento entro il 12 dicembre 2010, la Commissione scrive che «al momento della comunicazione il recepimento della direttiva era già avvenuto o era in corso in tutti gli Stati membri». Secondo la Commissione, «rispetto al periodo di comunicazione precedente, la produzione di rifiuti urbani pro-capite ha segnato un rallentamento, è stata registrata una diminuzione dello smaltimento in discarica di rifiuti urbani e un incremento del riciclaggio e dell’incenerimento con recupero di energia». Stando alla relazione, «alla fine del 2012 almeno metà degli Stati membri avevano raggiunto o superato l’obiettivo 2020 per quanto riguarda la preparazione al riutilizzo e al riciclaggio del 50% dei rifiuti domestici e simili o avevano fatto buoni progressi per raggiungere tali obiettivi entro il termine prefissato». Sette Stati membri hanno riferito che nel 2012 avevano già raggiunto o superato l’obiettivo. Sette altri Stati membri hanno riferito di aver preparato per il riutilizzo e il riciclaggio oltre il 40% di rifiuti domestici e rifiuti simili.
Quanto alla direttiva 1999/31/CE sulle discariche, la relazione spiega che «le discariche di rifiuti urbani nell’UE-27 sono diminuite da un totale di 96 055 milioni di tonnellate/193 kg pro-capite nel 2009 a complessivamente 78 036 milioni di tonnellate/152 kg pro-capite nel 2012». Secondo la Commissione, la percentuale media di conferimento in discarica dei rifiuti complessivi prodotti è scesa al 32% nel 2012. «In alcuni Stati membri, tuttavia – si legge nel dossier – il conferimento in discarica rimane la tipologia prevalente di trattamento dei rifiuti urbani, con percentuali di conferimento superiori all’80% del totale dei rifiuti prodotti». »Resta motivo di preoccupazione in taluni Stati membri», precisa inoltre l’esecutivo Ue, «il numero delle discariche che non soddisfano i requisiti nella gestione di tutti i flussi di rifiuti (pericolosi, non pericolosi e inerti)».
Passando alla direttiva 94/62/CE sui rifiuti da imballaggio, la Commissione scrive che «gran parte degli Stati membri ha raggiunto gli obiettivi relativi al recupero e al riciclaggio dei rifiuti di imballaggio complessivi e gli obiettivi di riciclaggio specifici per taluni materiali. In generale – si legge nel dossier – i risultati degli Stati membri hanno registrato un leggero miglioramento per quanto riguarda il recupero (dal 76,3% nel 2010 al 78,5% nel 2012) e il riciclaggio (dal 63,3% nel 2010 al 64,6% nel 2012). In gran parte degli Stati membri i produttori hanno l’obbligo di effettuare la raccolta dei rifiuti di imballaggio a fini di recupero e riciclaggio».
Sui rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), la relazione chiarisce che l’arco temporale coperto dalle comunicazioni degli Stati membri precede l’entrata in vigore della più recente disciplina comunitaria in materia, introdotta con la direttiva 2012/19/UE. Ciononostante, si legge, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2012 «la quantità di Raee raccolta dai nuclei domestici nell’UE-27 è aumentata da 2,97 milioni di tonnellate entro la fine del 2009 a 3,02 milioni di tonnellate entro la fine del 2012. In questo periodo 17 Stati membri hanno raggiunto l’obiettivo di raccolta di 4 kg per abitante di Raee per i nuclei domestici. La maggior parte degli Stati membri ha raggiunto gli obiettivi specifici per le categorie stabiliti dalla direttiva relativamente al riutilizzo/riciclo e al recupero, registrando un miglioramento delle percentuali nel corso del periodo di comunicazione. Le percentuali più elevate sono state registrate per le apparecchiature di consumo e i piccoli elettrodomestici. In merito alle apparecchiature di consumo, 26 Stati membri hanno raggiunto l’obiettivo del 65% di riutilizzo/riciclo e del 75% di recupero. Tali Stati membri hanno altresì raggiunto l’obiettivo del 50% di riutilizzo/riciclo e del 70% di recupero per gli elettrodomestici».
Da ultimo, le comunicazioni sullo stato di attuazione della direttiva 2006/66/CE su pile ed accumulatori, prima verifica in assoluto sul funzionamento della disciplina comunitaria, hanno consentito di verificare che «tutti gli Stati membri hanno recepito le disposizioni della direttiva pile nell’ordinamento nazionale» e che «il 26 settembre 2012 20 Stati membri avevano raggiunto l’obiettivo minimo di raccolta del 25%». Nello specifico, quattro Stati membri hanno dichiarato di aver raggiunto il 100% di riciclaggio e otto Stati membri hanno riferito percentuali di riciclaggio comprese tra il 50% e il 99%. Diciannove Stati membri hanno invece raggiunto e/o superato le percentuali di efficienza di riciclaggio per le pile e accumulatori al piombo-acido e al nichel-cadmio e per le altre pile e gli altri accumulatori. Due Stati membri hanno raggiunto e/o superato le percentuali di efficienza di riciclaggio per pile e accumulatori al piombo-acido e per le altre pile e accumulatori, mentre due Stati membri hanno raggiunto e/o superato dette percentuali solamente per le pile e gli accumulatori al piombo-acido. Due Stati membri hanno infine esportato rifiuti di pile e accumulatori in paesi terzi, mentre alcuni Stati membri hanno esportato tali rifiuti in un altro Stato membro.