La costruzione del nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti è al rush finale: entro il 12 dicembre il Ministero dell’Ambiente punta a chiudere il dossier con le istruzioni di compilazione dei nuovi registri e formulari digitali, per avviare i test a partire da gennaio 2024
Arrivare alla definizione delle istruzioni di compilazione entro la fine di quest’anno e avviare i test della piattaforma già a partire da gennaio del 2024. Le ultime settimane del 2023 si annunciano come decisive per le sorti del nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti RenTRi. Dopo la pubblicazione delle modalità operative, incluso l’invio dei dati al sistema, il Ministero dell’Ambiente preme sull’acceleratore per l’adozione dei dossier che completeranno le regole tecniche di dettaglio, con l’obiettivo di chiudere entro la metà di dicembre anche il fascicolo con le istruzioni per la compilazione dei nuovi modelli digitali di registri di carico e scarico e formulari. La scadenza fissata nel cronoprogramma è quella del prossimo 12 dicembre, data entro la quale dovrebbe essere adottato il decreto direttoriale con le modalità di compilazione e le guide tecniche a supporto degli operatori.
Nel frattempo i funzionari del dicastero e i tecnici di Ecocerved, la società informatica delle Camere di Commercio, dovranno rilasciare le API – ovvero i codici di programmazione – per garantire l’interoperabilità con i sistemi gestionali delle imprese, preparando il terreno per l’avvio ufficiale dei test sulla piattaforma, che dovrebbero partire a gennaio e che saranno coordinati dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali. “Bisogna testare il sistema per come sarà – ha spiegato a Ecomondo il presidente dell’Albo Daniele Gizzi – ora dovremo fare da ‘buttadentro’ con le associazioni di imprese e contemporaneamente allineare le software house, in modo tale da rendere interoperabili tutti i software gestionali con l’architettura definitiva del RenTRi”.
Le interlocuzioni sulle istruzioni di compilazione sono ancora in corso. Dopo il secondo giro di consultazioni il Ministero sta provando a correggere i principali profili di criticità segnalati dai portatori d’interesse. Un lavoro di concertazione che in questi giorni vede il dicastero impegnato anche in una serie di incontri faccia a faccia con le varie categorie, come quello tenutosi martedì a Via Cristoforo Colombo con i rappresentanti delle software house. L’imperativo resta quello di chiudere il dossier entro il 12 dicembre e avviare i test non più tardi di gennaio 2024, visto che a partire da quella data mancherà meno di un anno all’appuntamento con le prime iscrizioni al sistema.
Le principali tappe da qui alla piena entrata in vigore del RenTRi sono quelle riportate nel decreto direttoriale con le scadenze approvato lo scorso settembre. Già dal 15 dicembre si partirà con le iscrizioni, che andranno a step e che fino al 13 febbraio 2025 riguarderanno enti o imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi con più di cinquanta dipendenti. Dal 15 giugno 2025 al 14 agosto 2025 sarà la volta dei soggetti con più di dieci dipendenti mentre dal 15 dicembre 2025 al 13 febbraio 2026 toccherà a tutti i restanti produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi obbligati.
Un avvio scaglionato, per scongiurare il rischio di nefasti ‘click day’ come quelli che accompagnarono il debutto del fallimentare Sistri. Con lo stesso obiettivo Ministero e Albo puntano a capitalizzare l’ampio periodo transitorio che separa le imprese dalle prime iscrizioni. L’avvio dei test a partire da gennaio, sollecitato dalle associazioni di categoria, consentirà infatti di apportare modifiche, correzioni o integrazioni ai decreti direttoriali con le istruzioni tecniche, e di tarare al meglio il sistema sulla base delle reali esigenze operative delle imprese. Imprese che, dal canto loro, chiedono al dicastero di mantenere aperti i canali del dialogo e del confronto. “I canali non sono solo aperti ma istituzionalizzati – ha spiegato il capo dipartimento per lo sviluppo sostenibile Laura D’Aprile – l’Albo, al pari di Unioncamere, è il trait d’union tra Ministero e imprese. Continueremo sulla strada della collaborazione, l’unica che può funzionare per un sistema così complesso”.
Grazie delle informazioni puntuali