Regioni in “preallarme” per la revisione delle misure per disciplinare il riutilizzo delle terre e rocce da scavo. Da Palazzo Chigi si attende già da qualche mese un dpcm che semplifichi l’attuale normativa già attenzionata da Bruxelles, che ha ravvisato l’errato recepimento della direttiva europea 98 del 2008, così da sottrarci all’ennesima procedura d’infrazione. Riforma prevista dallo Sblocca Italia all’articolo 8 la cui conversione è stata affidata ad uno schema di decreto approvato a novembre scorso e che da lì ha iniziato il suo iter, però, non ha convinto tutti su uno specifico punto: il “tetto amianto”.
Il limite tollerato, infatti, sarebbe stato abbassato fino a un decimo di quello attualmente in vigore, imponendo lo smaltimento in loco o il trattamento alla stregua di rifiuto pericoloso per ogni detrito contenente anche una sola fibra di amianto. Condizione severa ma inapplicabile nella pratica, specie per quelle regioni che presentano delle caratteristiche territoriali naturalmente ad alta concentrazione di amianto, come nel caso di Piemonte e Liguria. L’applicazione del decreto così com’è comporterebbe rallentamenti e rincari pesanti per i cantieri di questi territori, ed è anche per questo che il testo si è arenato in sede di conferenza Stato-Regioni.
Secondo la posizione delle amministrazioni, infatti, non si metterebbe a rischio la salute dei cittadini, poiché le quantità rilevate nei cantieri sarebbero concentrate all’interno della roccia e non finirebbero per disperdersi in forma volatile (nel qual caso si configurerebbe un rischio per la sicurezza). Una richiesta di modifica è stata ulteriormente presentata in via ufficiale in occasione della visita del ministro Gian Luca Galletti dei giorni scorsi in Liguria, al quale è stato segnalato come senza modifiche il testo avrebbe messo a rischio il piano degli investimenti di molte opere in molte zone del Paese.
In modo particolare la memoria, a cura dell’assessore regionale all’Ambiente, Giacomo Giampedrone, e del governatore regionale ligure, Giovanni Toti, avrebbe puntualizzato gli ostacoli posti, tra gli altri, a grandi opere quali l’apertura del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano o, in Piemonte, la stessa tratta Torino-Lione ad Alta Velocità (TAV). Pare che il Ministero abbia garantito ed annunciato le modifiche richieste, dopodiché alla nuova bozza non dovrebbero frapporsi ulteriori ostacoli.