Lo scorso giovedì 8 aprile la Commissione Ambiente di Montecitorio ha dato il proprio parere favorevole all’unanimità allo schema di decreto del Presidente della Repubblica per la semplificazione della disciplina in materia di terre e rocce da scavo. Parere favorevole tuttavia vincolato a non poche condizioni e osservazioni. Il relatore in Commissione, l’On. Piergiorgio Carrescia, si è fatto portatore delle suddette condizioni rispetto alle quali il Governo, rappresentato dal sottosegretario del Ministero dell’Ambiente Silvia Velo, ha confermato il proprio orientamento favorevole.
Le condizioni poste sono in tutto cinque. 1.Che il Governo riveda il tetto amianto stabilendo un valore soglia in linea con il limite di classificazione per le sostanza non pericolose, ovvero 1000 mg/kg a fronte dei 100 mg/kg che erano stati già oggetto di pareri negativi nelle varie consultazioni su questo testo. 2.Che il Governo valuti l’opportunità di definire la categoria dei “microcantieri” per quei siti in cui la produzione di detriti non supera i 300 metri cubi. 3.Che questa categoria abbia opportunità di accedere ad una disciplina semplificata che permetta il riutilizzo di quelle terre e rocce all’interno degli stessi “microcantieri”. 4.Che il Governo si impegni a valutare la reintroduzione della “stabilizzazione a calce” tra i trattamenti di normale pratica industriale in linea con la direttiva europea onde evitare che si finisca per introdurre requisiti, standard, obblighi e oneri non necessari all’attuazione delle stesse (gold plating). 5.Che nella stesura finale si preveda di escludere, tra le attività di caratterizzazione ambientale, l’obbligo di polverizzazione totale del campione e soprattutto – in attesa dell’emanazione attuativa della nuova disciplina, l’applicazione delle attività di preparazione analitiche classiche come previste dal vigente regolamento di disciplina sull’utilizzo di terre e rocce da scavo (dm 161/2012).
Alle condizioni accolte vanno ad aggiungersi molte osservazioni: precisamente 23. Senza entrare nello specifico di tutti i punti, tra le questioni da emendare c’è il ruolo dell’ISS, Istituto Superiore di Sanità, che nella formulazione attuale avrebbe il potere di stabilire i limiti di riferimento per le concentrazioni di inquinanti anche in deroga al Testo Unico Ambientale. Un potere decisamente alieno alla natura dell’Istituto stesso. Spicca infine, tra le varie misure di semplificazione suggerite, anche l’invito a semplificare le procedure di dichiarazione di avvenuto utilizzo, avvalendosi eventualmente della possibilità di affidare al Comune destinatario delle terre e rocce da scavo la trasmissione del dato agli altri Enti.