«Un pacchetto di norme che noi riteniamo fondamentali per avviarci verso quell’economia circolare che l’Europa ci chiede, di fatto, di seguire […] un tassello assolutamente fondamentale per poter dare quel quadro dal punto di vista legislativo di cui le imprese virtuose e innovative hanno bisogno in questo paese per affermarsi sempre di più sul mercato».
Così Alessandro Bratti, in qualità di relatore dell’ex-collegato ambientale, ormai ribattezzato ddl “Green Economy”, era intervenuto per presentare la discussione del testo in terza lettura alla Camera. Dopo un iter travagliato [basti pensare che doveva essere un allegato alla Legge di Stabilità 2014], nella giornata di oggi il testo è stato approvato in via definitiva da Montecitorio con 269 sì e 32 no. Obiettivo della neonata legge sulla green economy è per lo più quello di dettare una serie di indirizzi, affidando poi a successivi decreti l’adozione di provvedimenti attuativi, ma non mancano disposizioni concrete. In materia di rifiuti e riciclo il capitolo più interessante è quello del cosiddetto “green public procurement”, vale a dire gli acquisti verdi nella pubblica amministrazione: di fatto il possesso di determinate certificazioni (quali Emas, Ecolabel e la 14001) sarà necessario per ottenere appalti pubblici per forniture di beni e servizi e contribuirà a determinare il punteggio nell’assegnazione di contributi, agevolazioni e finanziamenti alle imprese. L’acquisto di prodotti realizzati tramite pratiche di recupero e riciclo dei materiali dovrebbero ricevere delle formule di agevolazione ed incentivo anche al di fuori delle pubbliche amministrazioni. Per quanto riguarda la gestione degli rsu, nuova linfa alla sensibilizzazione per raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata e contemporaneamente per contenere la produzione di rifiuti. L’ecotassa sarà più severa, in quanto verrà estesa anche alle quantità di rifiuto avviate oltre che in discarica ad incenerimento senza valorizzazione energetica. Sul piano fiscale i Comuni potranno introdurre sistemi di riduzione ed esenzione della tariffa proporzionali ad eventuali iniziative di prevenzione e riduzione dei rifiuti. Incentivi anche per compostaggio domestico e di comunità con possibilità, anche in questo caso, di riduzioni sulla tariffa comunale. Tra le altre disposizioni anche nuovi decreti attuativi per la gestione ottimale di rifiuti elettrici ed elettronici oltre che di pile e accumulatori, oltre che disposizioni di varia natura su ruoli e poteri in materia di vigilanza sulla gestione dei rifiuti tra cui anche una non meglio precisata modifica alla disciplina del Sistri. Sul fronte bonifiche, invece, la novità più interessante è l’istituzione di un credito d’imposta per il triennio 2017-2019 che ammonta complessivamente a circa 17 milioni di euro e dedicato agli interventi su strutture produttive contenenti amianto. Disposizioni anche sul fronte critico della gestione delle risorse idriche e delle acque reflue.