RENTRI, le software house chiedono modifiche urgenti al dm 59

di Luigi Palumbo 30/09/2024

I dubbi interpretativi sulle tempistiche delle registrazioni digitali stanno ostacolando lo sviluppo dei sistemi di interoperabilità con il RENTRI, dicono le software house di Assintel. Che hanno scritto al Ministero dell’Ambiente chiedendo la modifica del decreto 59. E l’allungamento della finestra per le prime iscrizioni. Paone: “Rischiamo di vanificare il lavoro di anni. E non possiamo permettercelo”


Modificare il decreto ministeriale RENTRI per chiarire le tempistiche di annotazione nei registri digitali di carico e scarico. Ma anche per allungare la prima finestra di iscrizioni, spostando a maggio l’avvio del sistema per gli operatori coinvolti. Questo l’appello lanciato dall’associazione delle software house Assintel in una lettera inviata al Ministero dell’Ambiente (e per conoscenza all’Albo Nazionale Gestori Ambientali) con la quale le imprese ICT sollecitano una serie di modifiche al regolamento della nuova piattaforma informatica di tracciabilità dei rifiuti – il decreto ministeriale 59 del 2023 – necessarie a “risolvere definitivamente le difficoltà interpretative dell’intero sistema”, si legge.

Difficoltà che stanno complicando la messa a punto dei servizi di interoperabilità tra la piattaforma e i software gestionali utilizzati dalle imprese, quasi tutti ancora in fase di sviluppo. “Stiamo lavorando dal giorno zero, ovvero da quando sono state pubblicate le specifiche di interoperabilità – spiega Giovanni Paone di Assintel – da un punto di vista tecnologico non abbiamo problemi. Il sistema regge, funziona e dialoga in interoperabilità con i software gestionali di mercato. Ci sono però una serie di nodi che non attengono alla tecnologia, ma all’interpretazione della normativa“. Ed è qui che la faccenda smette di essere fatta di numeri, API e stringhe di codice e diventa una questione di parole. “Il problema – dice Paone – non è come si fa a scrivere il codice di un’applicazione, quello sappiamo farlo benissimo. Il problema è stabilire con chiarezza cosa far fargli fare“. Quella chiarezza che, invece, il quadro normativo e amministrativo che regola il RENTRI non riesce al momento a offrire, dicono le software house.

“Il nodo fondamentale da sciogliere – spiega Paone – riguarda soprattutto la non modificabilità delle registrazioni prevista dall’articolo 4 del dm 59. Rendere immodificabile una registrazione, ai sensi del Codice dell’Amministrazione Digitale, vuol dire utilizzare strumenti di sottoscrizione come firme qualificate o avanzate, e sigilli temporali“. Il che di per sé non sarebbe un grosso problema, se non fosse che questi strumenti andrebbero utilizzati secondo le tempistiche delle registrazioni stabilite da un altro Codice, quello dell’Ambiente, particolarmente stringenti: per i produttori di rifiuti, la registrazione va effettuata almeno entro dieci giorni lavorativi dalla produzione del rifiuto, ma per chi effettua operazioni di recupero o smaltimento si scende a due giorni. “Tempistiche che, calate in un sistema informatico – chiarisce Paone – determinerebbero grande rigidità e complessità operativa“.

Il tema riguarda soprattutto le imprese di maggiori dimensioni – proprio il tipo di imprese del primo scaglione di soggetti obbligati a iscriversi al RENTRI – che movimentano flussi enormi di rifiuti e sono chiamate a effettuare anche decine, se non centinaia di registrazioni al giorno. Ognuna di loro dovrebbe annotare, firmare e timbrare cronologicamente ogni singola movimentazione senza potervi apportare le modifiche che dovessero rendersi necessarie per correggere o integrare informazioni incomplete o semplicemente provvisorie. Come nel classico caso di rifiuti il cui peso possa essere verificato con assoluta certezza sono dall’impianto che li riceve. Il produttore deve registrarne la produzione e lo scarico entro 10 giorni, ma la quarta copia del formulario con l’indicazione del peso esatto da parte dell’impianto di destino deve essergli riconsegnata dal trasportatore entro 90 giorni. Cosa avviene nel frattempo? “Certo – chiarisce Paone – sarà sempre possibile effettuare nuove registrazioni di rettifica, ma questo vuol dire che su ogni registro andranno fatte il doppio o il triplo delle annotazioni. E ognuna andrà firmata e marcata temporalmente. Questo è complicare, non semplificare”.

E infatti il fardello operativo imposto alle imprese, aggiunge Paone, sarebbe in contrasto non solo con i principi di semplificazione sanciti dal Codice dell’Amministrazione Digitale “ma anche con quanto previsto dal decreto semplificazioni 357 del 1994, poi modificato nel 2022, secondo cui – spiega – i registri possono essere tenuti con sistemi informatici e le annotazioni possono essere conservate nei singoli sistemi ed esibite in caso di controllo”. Sarebbe la stessa memorizzazione dell’annotazione nel software gestionale, insomma, a fare fede dimostrando la regolare tenuta del registro. La “immodificabilità” della registrazione e la “identificabilità” dell’utente, propone per questo Assintel nelle sue richieste di modifica al decreto RENTRI, andrebbero sì previste, ma non entro i tempi del Codice dell’Ambiente bensì entro il limite temporale per l’invio dei dati al sistema di tracciabilità, ovvero entro la fine del mese successivo all’annotazione. Un margine che, sotto il profilo operativo, concederebbe più respiro alle imprese. “Abbiamo bisogno di risposte chiare – dice Paone – non possiamo fornire indicazioni vaghe o contraddittorie rispetto alla tenuta dei registri in modalità digitale. Il digitale deve semplificare la vita degli operatori, non complicarla”.

Dal canto loro, come raccontato nelle scorse settimane da Ricicla.tv, le imprese chiamate a iscriversi al RENTRI dal prossimo 15 dicembre non nascondono la propria preoccupazione, vedendo pericolosamente restringersi la finestra temporale per adeguare i propri processi produttivi alle nuove regole – e ai nuovi strumenti – della tracciabilità digitale prima dell’avvio ufficiale della piattaforma, fissato al prossimo 13 febbraio 2025. E anche se, dice Paone, “come software house stiamo provando a non modificare troppo i nostri sistemi gestionali, contando di integrare le funzioni di interoperabilità e consegnarle agli utenti entro la fine di ottobre“, per agevolare le imprese nell’adeguamento delle proprie prassi operative Assintel propone di spostare di ulteriori 90 giorni la chiusura delle iscrizioni e l’avvio del sistema, tenendo così aperta la finestra fino al 14 maggio. Fermo restando che “RENTRI non significa solo interoperabilità con i software gestionali – chiarisce Paone – prima c’è da familiarizzare con strumenti come firme digitali e sistemi di conservazione, ma c’è anche la fase di iscrizione (che tra l’altro è aperta in versione demo già da diversi mesi) e sempre sul portale RENTRI ogni impresa dovrà configurare il proprio ambiente di lavoro e le proprie unità locali. Solo dopo interverrà il software gestionale in interoperabilità. Di lavoro da fare ce n’è”. Di tempo per rispondere ai dubbi di chi deve mettere le imprese nelle condizioni di lavorare, però, ce n’è sempre meno. “Se non si sciolgono quei nodi – dice Paone – rischiamo di vanificare il lavoro di anni. E non possiamo permettercelo“.

1 Commento su "RENTRI, le software house chiedono modifiche urgenti al dm 59"

  1. Antonio Festa ha detto:

    Condivido a pieno. Un ultima proroga di 90gg sarebbe ossigeno puro per le aziende e per noi consulenti. Sarebbe poco lungimirante far partire le aziende per poi dargli una proroga necessaria perchè di fatto non riusciranno tutti a mettersi in linea per tempo con la nuova gestione. Ci auguriamo che l’appello di Paone possa essere accolto.

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