Pile ed accumulatori esausti necessitano di una normativa aggiornata in linea con quella che nel 2014 ha rinnovato la regolamentazione per la raccolta dei Raee (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) sia sul fronte della responsabilità dei produttori e dei rispettivi sistemi, sia su quello della gestione operativa. Il ritardo di questo specifico segmento si concretizza in difficoltà burocratiche ed economiche per quei sistemi collettivi che estendono il proprio servizio di raccolta anche a questa categoria di rifiuto: basti pensare che dei 17 sistemi iscritti al CDC RAEE, ben 14 gestiscono anche pile ed accumulatori (risultando iscritte parallelamente al CDCNPA – il centro di coordinamento Pile ed Accumulatori), ma tutti incontrano difficoltà nella redazione dei propri bilanci a causa del suddetto ritardo normativo.
Mentre la legge del 2014, infatti, ha permesso di non computare gli avanzi di gestione dei Raee nel reddito del gestore consorziato, lo stesso non vale per pile ed accumulatori, appunto. In più mancano vincoli stringenti nel rapporto tra gestori e sistemi collettivi, che lasciano troppe scappatoie a quei “furbetti” che vogliano mettersi sul mercato senza però aver mai finanziato alcun sistema di raccolta: senza, cioè, che maturi il concetto di responsabilità estesa. Per colmare il ritardo è stata depositata lo scorso 11 gennaio una proposta di legge che porta la firma dell’On. Piergiorgio Carrescia, deputato PD e membro della Commissione Ambiente alla Camera, con l’obiettivo di svecchiare un impianto che – per quanto riguarda, per l’appunto, pile e accumulatori – è fermo al decreto legislativo 188 del 2008. La proposta si pone l’obiettivo di semplificare l’attività degli operatori (per lo più PMI) uniformando le normative sul modello di quella dei Raee, sia in materia gestionale (e quindi in termini di struttura del Consorzio o del sistema collettivo) che per gli aspetti di natura fiscale (ovvero quando si vanno a redigere i bilanci).
Il ritardo, inoltre, si palesa anche rispetto al raggiungimento dei target europei sulla specifica categoria di rifiuto: nonostante l’affinità con i Raee, infatti, per pile ed accumulatori c’è bisogno di garantire una rete accessibile agli utenti con punti di raccolta distribuiti in funzione della densità di popolazione, ed è anche in questo senso che si pronuncia la proposta di legge di Carrescia (prevedendo, tra l’altro, un accordo tanto con le amministrazioni pubbliche quanto con i produttori di accumulatori industriali e per veicoli). Senza contare una maggiore “messa a sistema” nella struttura consortile della raccolta per i gestori dei rifiuti da pile ed accumulatori, che con una maggiore regolamentazione potranno così garantire un maggior rispetto sia dell’ambiente che della concorrenza.
«Dal punto di vista operativo il testo semplifica in modo chiaro e funzionale le norme che regolano la raccolta di pile e accumulatori presso i punti vendita – ha commentato attraverso una nota ufficiale Giulio Rentocchini, Presidente del CDCNPA, che accoglie con favore la proposta di legge – riconoscendogli la caratteristica di rifiuti urbani si evita la tenuta del registro di carico e scarico e l’adesione al Sistri: così si riduce la burocrazia inutile e si garantisce che negozi e grande distribuzione diventino punti di raccolta capillari e diffusi sul territorio, stimolando i cittadini a differenziare questi rifiuti. Tutto questo – prosegue Rentocchini – permetterebbe di dare finalmente l’impulso decisivo per l’incremento dei tassi di raccolta in vista degli obiettivi europei da raggiungere entro il prossimo 26 settembre e pari al 45% dell’immesso sul mercato». «Non possiamo che augurarci – conclude – che l’iter parlamentare sia veloce e porti a un atteso miglioramento della normativa».