Raggiunta l’intesa sulla riforma del regolamento europeo sulle spedizioni di rifiuti: Parlamento e Consiglio Ue chiedono lo stop all’invio di scarti di plastica non pericolosi verso i paesi non-OCSE. Stop anche all’invio di rifiuti destinati allo smaltimento tra Stati dell’Ue
Stop all’export di rifiuti in plastica non pericolosi verso i paesi non-OCSE. Lo prevede l’intesa raggiunta nella tarda serata di ieri tra Parlamento e Consiglio Ue sulla proposta di revisione del regolamento europeo sulle spedizioni di rifiuti. La riforma, presentata a novembre del 2021 dalla Commissione, punta a limitare le spedizioni – comprese quelle illegali – di rifiuti problematici verso paesi terzi, ma anche a stabilire un quadro armonizzato di regole per i trasferimenti entro i confini dell’Unione. L’accordo provvisorio raggiunto da parlamentari e rappresentanti degli Stati membri conferma l’impalcatura messa a punto da Bruxelles, compreso lo stop alle spedizioni di rifiuti destinati allo smaltimento tra Stati membri, che si chiede di consentire solo in casi ben giustificati, mentre i trasferimenti di rifiuti destinati a recupero continueranno a essere autorizzati secondo la procedura meno rigorosa stabilita dagli obblighi generali di informazione per i cosiddetti rifiuti in ‘lista verde’. Nell’ottica della semplificazione vengono rivisti tempi e scadenze della procedura PIC di consenso preventivo. La notifica e in generale tutta la documentazione richiesta dal regolamento dovranno essere presentate e scambiate attraverso un sistema elettronico centrale gestito dalla Commissione. Per rendere più semplici ed efficienti le procedure, chiarisce Bruxelles in una nota, saranno garantite ‘fast track’ per alcune strutture designate dagli Stati membri.
Ma è sul fronte delle spedizioni fuori dall’Ue che l’intesa imprime un ulteriore giro di vite alle già rigide misure proposte dalla Commissione. Se da un lato viene confermata la proposta di Bruxelles di vincolare tutte le esportazioni alla dimostrazione, tramite audit indipendenti, che l’impresa di destinazione sia in grado di trattare i rifiuti in maniera ambientalmente corretta, dall’altro i negoziatori del Parlamento sono riusciti a far includere nell’accordo anche lo stop definitivo, entro due anni dall’entrata in vigore del nuovo regolamento, all’invio di rifiuti di plastica non pericolosi (B3011) verso paesi non-OCSE. Solo cinque anni dopo l’entrata in vigore del regolamento, chiarisce l’intesa, questi potranno presentare richiesta di riprendere le importazioni. La richiesta dovrà essere valutata dalla Commissione sulla base di rigide regole di compatibilità ambientale. In caso di valutazione positiva, Bruxelles dovrà adottare un apposito atto delegato per consentire le esportazioni. Le spedizioni di rifiuti in plastica non pericolosi verso i paesi OCSE, invece, dovranno essere soggette alla procedura PIC e monitorate attentamente per garantire che i trasferimenti non abbiano impatto sull’ambiente. Una formula meno drastica di quella proposta dal Parlamento, che chiedeva la messa al bando tout-court, entro quattro anni, anche delle spedizioni verso i paesi OCSE.
Sul fronte del contrasto al traffico illecito di rifiuti, l’accordo sostiene l’istituzione di un gruppo di controllo per migliorare la cooperazione tra i paesi dell’Ue, con l’obiettivo di prevenire e individuare le spedizioni illegali. La Commissione, chiarisce l’intesa, potrà effettuare ispezioni, in collaborazione con le autorità nazionali, laddove sussistano sufficienti sospetti che si stiano verificando spedizioni illegali di rifiuti. In più, si invitano gli Stati membri a prevedere rigorose misure dissuasive, come sanzioni pecuniarie, la revoca o la sospensione temporanea delle autorizzazioni relative alla gestione e alle spedizioni dei rifiuti. “Il risultato dei nostri negoziati – ha commentato la relatrice per il Parlamento Ue Pernille Weiss – darà agli europei la certezza che i nostri rifiuti saranno gestiti adeguatamente, indipendentemente da dove verranno spediti. L’Ue si assumerà finalmente la responsabilità dei propri rifiuti di plastica vietandone l’esportazione verso i paesi non OCSE”. L’intesa provvisoria dovrà ora essere formalmente ratificata da Consiglio e Parlamento Ue. La Commissione, garantiscono da Bruxelles in una nota, si sta già preparando per una rapida attuazione, ad esempio rendendo operative le procedure digitali a tempo debito e interagendo attraverso consessi multilaterali e regionali, nonché a livello bilaterale, per fornire sostegno ai paesi partner che si stanno impegnando per allinearsi ai nuovi requisiti di esportazione.