ROMA. Nuove misure per aprire alla concorrenza il settore della gestione dei rifiuti da imballaggio. Sono quelle contenute nel “disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza”, attualmente in discussione alla Camera, dove sono partite nei giorni scorsi le votazioni sugli emendamenti e sugli articoli aggiuntivi al testo presentato dal Governo al Parlamento lo scorso 3 aprile.
Proprio uno degli articoli aggiuntivi sottoposti al voto dell’aula, approvato con 338 pareri favorevoli dall’assemblea di Montecitorio, modifica il codice dell’ambiente relativamente alla gestione dei rifiuti da imballaggio, in particolare per quanto riguarda i sistemi autonomi, non appartenenti quindi al consorzio nazionale Conai. Nell’articolo in questione si specifica che laddove i produttori di imballaggi abbiano scelto di aderire ad un consorzio autonomo per la gestione del packaging post consumo, il pagamento del contributo ambientale dev’essere sospeso già a partire dal riconoscimento del progetto e non, come prevedeva il codice dell’ambiente, dall’intervenuto accertamento del funzionamento del sistema autonomo. Accertamento che, sempre in virtù della misura introdotta nel ddl, dovrà essere in capo all’Ispra e non, come previsto attualmente dal codice dell’ambiente, al Conai.
Misure per riformare il comparto dei rifiuti da imballaggio, quelle del ddl concorrenza, che vanno ad aggiungersi a quelle contenute nel collegato ambientale in discussione al Senato e che vengono a poche settimane di distanza dalla chiusura di un procedimento antitrust aperto dal Garante della Concorrenza nei confronti di Conai, per una sospetta turbativa di mercato tesa a danneggiare l’operatività del Sistema Autonomo Pari. Il procedimento si era chiuso a seguito dell’assunzione, da parte di Conai, di una serie di impegni volti a non ostacolare l’ingresso di soggetti autonomi nel mercato dei rifiuti da imballaggio.
Impegni che, a quanto pare, non sono bastati ad impedire l’introduzione nel ddl concorrenza delle nuove misure a supporto dei sistemi non aderenti al Conai. Immediata la reazione dell’Anci: “Le norme contenute nel Ddl concorrenza – ha detto il delegato all’Energia e ai Rifiuti, Filippo Bernocchi – se non uniformate al contesto generale disciplinato dal Codice ambientale, porteranno a gravi perdite per i Comuni, stimabili in alcune centinaia di milioni a solo vantaggio di alcuni produttori che così potranno evitare di pagare il contributo ambientale”. Lo stesso Bernocchi ha poi auspicato un intervento del Governo per affrontare in maniera organica una riforma del sistema dei consorzi. Posizione, quest’ultima sposata anche da una fetta dell’aula di Montecitorio e, almeno in parte, dagli stessi attori del sistema Conai, consapevoli che, a quasi vent’anni di distanza dal decreto Ronchi, che per primo istituì il sistema dei consorzi obbligatori, forse è giunto il momento di una riforma. Magari però, non a colpi di emendamenti.