Le aspettative sollevate dall’istituzione della nuova Autorità sui rifiuti potranno essere soddisfatte soltanto se ci sarà un congruo rafforzamento dell’ente sul fronte delle risorse umane. Lo aveva già messo in chiaro il Consiglio di Stato, che raccomandava il reclutamento di nuovo personale, e lo ha ribadito oggi Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico. Un appello giunto nel corso della presentazione della relazione annuale sull’attività svoltasi oggi presso la Camera dei Deputati, alla vigilia della riforma che ne estenderà le competenze. «Dopo 20 anni dall’istituzione di questa Autorità si va completando un disegno razionale, voluto ambiziosamente dal Governo e ora sottoposto al parere del Parlamento nello schema di Testo unico sui servizi pubblici locali – ha detto Bortoni, ricordando che – la nuova cifra dell’Autorità troverà posto nella rinnovata dicitura istituzionale sin qui proposta: Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, dall’acronimo palindromo Arera. Questo assetto è anche segno di trasformazione e crescita per l’Italia».
Quando la riforma Madia vedrà la luce, si definiranno con precisione risorse e obiettivi dell’Arera stessa (che dovrebbe decollare entro l’anno), ma Bortoni non ha dubbi: si tratta di un’evoluzione naturale che non snaturerà la “mission” dell’Authority. «Il Regolatore svolgerà la propria azione su tre poli tra loro intimamente intrecciati: l’energia, caratterizzata dai suoi mercati e dalla dimensione europea; l’ambiente, dalle economie circolari a beneficio della qualità di vita dei cittadini; le reti energetiche ed ambientali, infrastrutture simbolo di coesione e strumento di fruizione sul territorio dei servizi di interesse economico generale. Con il nuovo perimetro – ci tiene a specificare il numero uno dell’ente terzo – resteranno, invece, immutate le finalità da sempre perseguite: promozione della concorrenza; stimolo all’efficienza ed alla qualità nei servizi; tutela di consumatori e utenti».
Entrando più nel merito di quella che sarà l’azione dell’Arera sul fronte rifiuti, la via maestra da percorrere sembrerebbe essere quella del superamento dell’attuale ambiguità fiscale sui rifiuti, che nelle sue molteplici vesti ha sempre oscillato tra le definizioni di tassa e tariffa. «La regolazione tariffaria, sostitutiva della tassa, potrebbe mettere, anche nel settore dei rifiuti, l’Italia alla stregua dei Paesi europei in un congruo lasso di tempo, nel rispetto del principio ambientale del “chi inquina paga”, oggi non del tutto implementato nel nostro Paese» ha detto Bortoni.
Una posizione condivisa a quanto pare anche dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, che definisce l’obiettivo del passaggio da tassa a tariffa rifiuti come «uno dei grandi traguardi ambientali e di sviluppo sociale cui l’Italia deve guardare. Il percorso è lungo – ha proseguito Galletti – e conosciamo bene le criticità del nostro Paese in cui convivono comuni che stanno ben oltre la media europea di differenziata e altri con percentuali intollerabili che conferiscono tutti o quasi i loro rifiuti in discarica: per questo è stato tanto importante aver affidato a un soggetto indipendente, quale sarà la futura Arèra, anche la regolazione in tema di rifiuti, per stimolare la responsabilizzazione degli enti locali verso meccanismi virtuosi e trasparenza»