La crisi di governo post-referendaria ha visto riconfermare al proprio posto il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ma sulla tenuta del nuovo Esecutivo a guida Gentiloni pende più di un dubbio. Una condizione che fa temere gli operatori del settore rispetto alla volontà politica di far avanzare o far vedere la luce più di un provvedimento magari atteso e rispetto ai quali si potrebbe registrare l’ennesima proroga “sine die” alla luce di rinnovate priorità elettorali.
Un timore che Barbara Gatto, coordinatrice politiche ambientali della CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa – non condivide: alla base non c’è né un cronico ottimismo, né una fiducia incondizionata nella classe dirigente, ma bensì la consapevolezza che i provvedimenti più attesi sono nelle mani dei Ministeri a prescindere dalla loro guida politica. E anche quando questa, nei mesi scorsi, non è stata in discussione le stesse disposizioni non sono arrivate.
«I provvedimenti attesi in tema ambientale sono tanti, e di nessuno di essi conosciamo lo stato di attuazione o l’iter – spiega Barbara Gatto – andando per priorità il primo ad essere emanato dovrebbe essere l’attuativo della strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, prevista dal collegato ambientale votato ormai un anno fa. Così come è atteso da quasi due anni il famoso “Green Act”, rispetto al quale non è chiaro né certo che ci sia la volontà politica di attuarlo davvero».
Oltre a queste leggi “quadro” ci sarebbero poi vari provvedimenti in sospeso che riguardano categorie specifiche di imprese. «Uno di questi sarebbe il provvedimento di modifica del decreto ministeriale sui pneumatici fuori uso – segnala la rappresentante delle PMI, che ricorda l’allarmante situazione – in questo settore si vive da oltre un anno una condizione di crisi continua che mette in difficoltà gommisti e officine per via di una iterata sospensione della raccolta. Anche la CNA si era confrontata e aveva condiviso delle linee di intervento con il Ministero: da allora, però, sono passati quasi sei mesi senza averne avuto notizia».
E a proposito di urgenze come ogni anno si ripropone il consueto “allarme Sistri”, che senza l’intervento dell’altrettanto consueto Milleproroghe di fine anno farebbe scattare le sanzioni operative per gli utenti obbligati all’utilizzo del sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti, che entrerebbe a pieno regime ponendo fine al “doppio binario”. Anche in questo caso la dilatazione dei tempi e l’opacità tenuta nei confronti del mondo delle imprese non è in alcun modo riconducibile all’instabilità politica dell’attuale congiuntura. «Siamo come tutti gli anni in una situazione di crisi – aggiunge Barbara Gatto, che conclude – perché il Sistri rivisto come da promesse non c’è e non abbiamo neanche notizie di quanto stia avvenendo nei rapporti tra il Ministero e quelli che saranno i futuri concessionari perché il tavolo di monitoraggio non è stato mai convocato dopo l’aggiudicazione della gara, nonostante le pur informali garanzie che il Ministro stesso ci aveva dato».