Tracciabilità dei rifiuti, ecco perché RenTRi non sarà un ‘Sistri bis’

di Luigi Palumbo 29/09/2022

Tempi di sperimentazione dilatati, un’infrastruttura snella e costi più bassi. Ecco perché il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, dicono gli addetti ai lavori, non sarà un ‘Sistri bis’

Lo schema di regolamento che dovrà disciplinare il RenTRi è stato inviato alla Commissione europea, ma i lavori del laboratorio sperimentale per la messa a punto del prototipo del nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti non si fermeranno. “La sperimentazione non termina oggi, e non si fermerà nemmeno il 31 dicembre, quando probabilmente il decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale” ha garantito Daniele Gizzi, presidente dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali, ospite del webinar di Nica e TeA Consulting trasmesso oggi da Ricicla.tv. Lo stesso decreto ministeriale, del resto, chiarisce che le prime iscrizioni alla piattaforma arriveranno solo a distanza di 18 mesi dall’entrata in vigore del regolamento (due mesi dopo la pubblicazione in Gazzetta). Cosa che concede all’Albo e al Ministero della Transizione Ecologica quasi due anni di tempo da ora per mettere a punto la piattaforma e testarla con i soggetti che saranno obbligati a utilizzarla.

Un avvicinamento a piccoli passi fino alla piena operatività della piattaforma, diametralmente opposto a quello che condusse al debutto del Sistri, che nel 2006 piombò in Gazzetta Ufficiale “dalla mattina alla sera” ha ricordato Gizzi. “La grandissima differenza – ha aggiunto Tiziana Cefis, di TeA Consulting – sta proprio nella lunga fase di sperimentazione, consultazione e condivisione con i soggetti interessati, che potrà andare avanti ancora per mesi, con tutto il tempo per apportare i necessari correttivi”. Un approccio aperto e partecipativo, che ha segnato anche la definizione dello schema di decreto notificato a Bruxelles, rimodulato proprio sulla base delle osservazioni dei portatori d’interesse. I tempi d’iscrizione, ad esempio, “sono stati ulteriormente dilatati rispetto alla prima bozza” ha sottolineato Cefis, mentre la definizione di dettaglio delle modalità operative è stata rinviata all’adozione di successivi decreti direttoriali. Anche questi, quindi, potranno essere costruiti con il contributo di imprese, associazioni datoriali e software house.

Ma a porsi in discontinuità con il Sistri è l’architettura stessa della nuova piattaforma. “Il RenTRi non prevede hardware, né chiavette usb né ‘black box'” ha spiegato Gizzi. E anche sul fronte software le cose, garantisce l’Albo, saranno profondamente diverse. “I soggetti obbligati all’iscrizione continueranno a mantenere la propria organizzazione – ha aggiunto Gennaro Romano, componente del comitato nazionale dell’Albo Gestori Ambientali – saranno solo obbligati a inviare i dati al RenTRI, che lavorerà come un registro, mentre al Sistri ‘dovevi lavorarci dentro'”. Una piattaforma più snella, che proprio per questo costerà anche meno. Un massimo di 100 euro per la prima iscrizione per le imprese di maggiori dimensioni (60 euro per gli anni successivi), mentre solo per l’acquisto delle ‘black box’ Sistri da montare sui mezzi per il trasporto rifiuti “per ogni mezzo bisognava spendere 150 euro, da sommare al costo delle varie schede sim” ha ricordato Romano.

“Il RenTRi non sarà il Sistri – ha confermato Giovanni Paone, amministratore unico di Nica – e fortunatamente non somiglierà nemmeno al sistema attualmente in vigore, rispetto al quale introdurrà semplificazioni notevoli, dal taglio degli adempimenti cartacei al superamento della restituzione della quarta copia, per non parlare della possibilità per i trasportatori di esporre il formulario su dispositivi mobile“. Ma il vero elemento di novità, ha spiegato Paone, è la scelta di definire le modalità operative solo in un secondo momento con decreti direttoriali. “Cosa profondamente diversa dal Sistri – ha detto – che per ogni modifica tecnica richiedeva invece l’emanazione di un decreto ministeriale”. Al dodicesimo dm, ha ricordato Paone, per fare ordine si dovette emanare un ennesimo decreto che facesse da ‘testo unico’. Una follia. “Con il RenTRi invece -ha aggiunto – si procederà per decreti direttoriali, che sono provvedimenti molto più snelli e che, tra l’altro, potranno essere adottati sulla base degli esiti della sperimentazione. Che, come chiarito dal presidente Gizzi, andrà avanti ancora a lungo”.

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