La società metropolitana che gestisce il tmb di Giugliano punta ai fondi del PNRR per costruire nuove linee di riciclo dei rifiuti nell’impianto, compreso un biodigestore da 60mila tonnellate. Ma il Comune sembra deciso a non autorizzare la presentazione del progetto. L’ultimatum di Sapna: “Si sciolga la riserva entro questo giovedì”
Il comune di Giugliano sciolga la riserva sulle proposte progettuali presentate da Sapna per i nuovi impianti di riciclo dei rifiuti da realizzare nell’area del tmb o si rischia di perdere il treno dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questo in sostanza l’appello lanciato dalla società ambientale della Città Metropolitana di Napoli, responsabile della gestione del sito in località Ponte Riccio, che senza la delega formale dell’amministrazione giuglianese non potrà procedere alla presentazione della domanda di finanziamento per la costruzione di tre nuove linee di recupero dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata da affiancare a quelle che attualmente trattano circa mille tonnellate al giorno di indifferenziato.
Nello specifico, i piani di Sapna prevedono la realizzazione di una linea per il riciclo di 350 tonnellate al giorno di carta e cartone, una per il riciclo di 65mila tonnellate l’anno di imballaggi in vetro e una linea di digestione anaerobica dei rifiuti organici da 60mila tonnellate. Intervento simile è previsto per il tmb di Tufino (ad eccezione della linea per il recupero del vetro) dove la giunta comunale starebbe per approvare la delibera con la quale si darà formalmente mandato a Sapna di presentare la proposta progettuale entro il 14 febbraio, data di chiusura del bando da 1,5 miliardi di euro lanciato dal Ministero della Transizione Ecologica nell’ambito del Pnrr. A meno di un mese dalla scadenza però, a Giugliano tutto tace.
«Eppure nelle scorse settimane la stessa amministrazione comunale ci aveva invitati a procedere con le attività propedeutiche alla candidatura delle proposte» dice Mimmo Ruggiero, direttore tecnico di Sapna. Il problema è che senza una delega formale, ovvero senza una delibera di giunta che dia mandato a Sapna, il progetto non potrà essere presentato. E il tempo stringe. Contattato al telefono, il sindaco di Giugliano Nicola Pirozzi ha confermato che l’orientamento del Comune è quello di non concedere il mandato alla società metropolitana. «Il progetto presentato da Sapna non è quello che ci era stato proposto in fase preliminare – ha detto – Giugliano non ha bisogno di un altro impianto di trattamento dell’umido».
Il Comune insomma sembra deciso a mettere le vele al vento che da giorni spira forte sulla terza città della Campania. Non quello dei misteriosi miasmi che questa estate hanno appestato le strade di Giugliano, ma quello del ‘no agli impianti’, reso ancora più impetuoso dall’approvazione in legge di bilancio di un emendamento a prima firma della senatrice cinquestelle Mariolina Castellone che vieta l’apertura di nuovi siti di trattamento dei rifiuti nei comuni di Giugliano, Villaricca, Quarto e Qualiano. Una misura che, è bene precisarlo, non si applicherebbe al progetto di Sapna, visto che il tmb è da sempre autorizzato al trattamento di carta e vetro, mentre il via libera alla costruzione di un digestore anaerobico per l’organico è stato già rilasciato dalla Regione nell’ottobre 2020. Ciò nonostante, per il tmb di Giugliano sembra inevitabile l’addio ai fondi del Pnrr e alla possibilità di convertire un’area dell’impianto in una piccola ‘fabbrica dei materiali’ al servizio dell’economia circolare.
Ma Sapna continua a sperare in un ripensamento, e per questo ha inviato al Comune una nota ultimatum nella quale chiede di sciogliere la riserva entro questo giovedì. «Rinunciare alla possibilità di migliorare la dotazione impiantistica esistente a favore dei flussi ‘puliti’ da raccolta differenziata si traduce in una involuzione dell’intero sistema di gestione del ciclo dei rifiuti, in termini sociali, ambientali ed economici» avverte Mimmo Ruggiero. Su quest’ultimo fronte, spiega Sapna, il risparmio per il comune di Giugliano sarebbe notevole, visto che per il solo trattamento dell’organico oggi si spendono circa 150 euro a tonnellata mentre con l’attivazione della linea di digestione anaerobica nel tmb si scenderebbe a 70 euro. Senza dimenticare le sanzioni europee da 120mila euro al giorno che la Campania è costretta a versare all’Unione europea proprio per l’insufficiente dotazione di impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti. Ma la responsabilità di mettere fine allo stillicidio delle multe è un fardello che Giugliano non sembra più disposta a caricarsi sulle spalle.