Produrre meno rifiuti, raccoglierli meglio, riciclarne di più. A braccetto (per lo più) con sistemi di raccolta porta a porta, la tariffazione puntuale si sta facendo sempre più largo nella cultura degli amministratori nostrani per ottenere migliori risultati nella gestione dei rifiuti urbani. L’implementazione di questo tipo di tariffazione risulta ancora “a macchia di leopardo” sul territorio nazionale, tra casi apripista e piccole realtà locali, principalmente al Nord.
Eppure qualcosa si sta muovendo: nella giornata di ieri la Giunta regionale del Lazio ha approvato una delibera sulle “Linee guida regionali per l’applicazione della tariffazione puntuale da parte dei Comuni”. Il provvedimento, proposto da Mauro Buschini, assessore regionale con delega ad Ambiente e Rifiuti, oltre a definire il recinto entro il quale le varie amministrazioni potranno muoversi, è un vero e proprio atto di “promozione” per la tariffa puntuale. Nella nota diffusa dalla Regione Lazio, infatti, si legge che «L’obiettivo è quello di giungere a un piano tariffario che premierà, con agevolazioni sulle bollette, chi produrrà meno rifiuti. Un metodo che non si basa più sul numero dei componenti dei nuclei familiari e sui metri quadri delle abitazioni ma sulla quantità e sulla correttezza nel conferimento da parte di ciascun utente. I comportamenti virtuosi avranno un riconoscimento monetario pressoché immediato, secondo il principio che chi produce meno e ricicla meglio paga di meno, con la sicurezza, seguendo i principi della trasparenza, che i cittadini paghino solo il numero di conferimenti realmente operati oltre a quelli già inclusi nella parte fissa della tariffa. Nella deliberazione, inoltre, sono individuate le azioni che i Comuni dovranno adottare al fine di realizzare la verifica puntuale della produzione di rifiuti partendo dalle utenze non domestiche e sono previsti sostegni economici per gli stessi Comuni, sia di parte corrente che di parte capitale, nell’ambito della programmazione sulla differenziata».
Per quanto riguarda le modalità con cui i municipi laziali potranno adeguare ed aggiornare i regolamenti comunali, il primo punto sta nel metodo che i singoli comuni (e le imprese di gestione della raccolta) sceglieranno per “quantificare” la produzione di rifiuti per ogni singola utenza. A spiegarlo è lo stesso assessore Buschini, che dichiara: «potranno essere utilizzati, ad esempio, sistemi di identificazione del singolo utente attraverso l’utilizzo di contenitori dedicati (sacchi o bidoni) di varie dimensioni e di etichette a barre, lacci, ecc. con codice a barra rimovibile che permettono l’associazione del numero di scarichi effettuati dall’utente; utilizzo di contenitori dedicati dotati di trasponder o tessera magnetica che permettono la registrazione dei dati identificativi; dotazione ai cittadini di contenitori con codice a barre serigrafato che quantifichino i rifiuti conferiti mediante lettura con pistola laser; utilizzo di sacchi o lacci per contenitori preacquistati che permettano all’utente di quantificare i rifiuti effettivamente conferiti in modo proporzionato al consumo di sacchi e/o lacci effettivamente impiegati e al volume predefinito»