Secondo il Centro di Coordinamento Raee nel 2021 in Campania sono sfuggite alla raccolta oltre 42mila tonnellate di rifiuti elettrici. “Una fila di camion lunga 260 km” spiega il direttore generale Fabrizio Longoni
Nel 2021 in Campania oltre 42mila tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche sono sfuggite al canale ufficiale della raccolta. Lo stima il Centro di Coordinamento Raee nel focus regionale realizzato in occasione del 14esimo rapporto annuale, che attribuisce ancora una volta alla Campania la maglia nera per raccolta pro capite a livello nazionale, con appena 3,62 kg per abitante. Un dato lontano dalla media nazionale di 6,46 kg e distante anni luce dal target europeo degli 11 kg per abitante, obbligatorio dal 2019. Poco meno di 21mila le tonnellate complessivamente raccolte (20.675 ton) con un aumento del 2% sull’anno precedente che rappresenta il secondo minor incremento a livello nazionale. “Sono oltre 42mila le tonnellate annue che mancano all’appello per raggiungere gli obiettivi europei – calcola il direttore generale del CdC Raee Fabrizio Longoni – una fila ininterrotta di camion lunga 260 km”.
Il dato regionale sulla raccolta resta tra i peggiori in Italia nonostante l’incremento esponenziale delle apparecchiature televisive rottamate (raggruppamento R3) innescato dal ‘bonus tv’, oltre 6mila 400 tonnellate in crescita del 25,6% a fronte di una media nazionale del 22,2%. In crescita dell’8,% anche le sorgenti luminose (raggruppamento R5), mentre calano tutti gli altri raggruppamenti, dal -4,5% di freddo e clima (R1) al -5,1% dei grandi bianchi (R2) fino al -11,7% della piccola elettronica di consumo (R4). Un’emorragia di Raee che secondo il CdC testimonia l’assenza di politiche strutturate per l’aumento della raccolta ma anche l’inefficacia delle azioni di contrasto al traffico illegale.
I mille rivoli dei Raee dispersi portano infatti anche al cosiddetto ‘canale informale’, il sottobosco dei trattamenti non ottimali e traffici illeciti, popolato di operatori borderline che puntano ad accaparrarsi i Raee per strapparvi tutto quanto può essere facilmente e rapidamente monetizzato, smaltendo spesso in maniera abusiva ciò che resta dalla ‘cannibalizzazione’. A far gola sono soprattutto i metalli, tanto più nei mesi della crisi delle materie prime esplosa con la ripresa post covid. Drammatico il dato sulla provincia di Napoli, che anche a fronte di un incremento del 3,9% rispetto al 2020 vede la raccolta pro capite ferma al di sotto della soglia dei 3 kg per abitante (2,66 kg). “Il dato della provincia di Napoli, che tra le grandi province italiane è nettamente il peggiore – spiega Longoni – deve trovare un’azione di sviluppo di pratiche corrette e di contrasto all’illegalità che se non verrà svolta non consentirà all’intera Regione di affrancarsi dall’ultimo posto della raccolta in Italia”.