Comuni e gestori del servizio pubblico rifiuti plaudono all’approvazione del bando tipo ARERA. Assoambiente: “Ora focus group dedicati e prassi condivise”. ANCI: “Servono buone pratiche ed elementi attuativi di ausilio per gli enti affidanti che vogliano puntare su un servizio innovativo e di qualità”
L’approvazione del bando di gara tipo da parte di ARERA completa il cruscotto di strumenti a disposizione di enti affidanti e gestori di rifiuti per dare piena attuazione alla regolazione, ma ora servono formazione, dialogo e prassi operative condivise per garantirne l’uniforme applicazione su tutto il territorio nazionale. Questo il commento di Comuni e imprese all’indomani dell’adozione dello schema tipo che dal 1 gennaio 2026 dovrà essere utilizzato in tutte le procedure pubbliche per l’affidamento dei servizi di gestione dei rifiuti urbani. “Un tassello che mancava – spiega a Ricicla.tv il vice presidente di Assoambiente Ferdinando Di Mezza – imprescindibile per garantire lo sviluppo ordinato del settore, sia sul fronte della qualità del servizio erogato agli utenti, inclusa la dimensione impiantistica, sia sul fronte dell’equilibrio economico-finanziario delle gestioni”. “Insieme al contratto tipo e al prossimo MTR-3, lo schema di bando chiude l’iter per la definizione dei documenti fondamentali della regolazione nei servizi di igiene urbana”, dice Francesco Iacotucci, consulente ANCI, “per comprendere come approcciare al sistema con l’obiettivo di garantire gli elementi di qualità minimi per i cittadini ma anche per migliorare i servizi, che è il vero obiettivo della regolazione”.
Individuando nell’offerta economicamente vantaggiosa il solo criterio di aggiudicazione dei servizi e attribuendo all’offerta tecnica un peso del 70% nella valutazione complessiva, il nuovo bando tipo metterà al centro degli affidamenti, come mai prima d’ora, la qualità del servizio, “garantendo la piena coerenza tra i nuovi affidamenti e le previsioni regolatorie vigenti”, spiega Di Mezza. Cosa che richiederà da parte di tutti i soggetti coinvolti, ma soprattutto da parte delle stazioni appaltanti, un vero e proprio salto quantico in termini di capacità tecnica. Cosa che, come riferito a Ricicla.tv anche da Ref Ricerche, non potrà prescindere dal superamento dell’attuale quadro di frammentazione della governance territoriale del ciclo. “Manca ancora il superamento della dimensione comunale di molte gestioni a favore di scelte organizzative basate su ambiti territoriali più ampi – chiarisce Di Mezza – per superare la problematica la normativa nazionale ha previsto l’istituzione degli enti d’ambito ma in molte regioni stentano a decollare, e così si assiste ancora al proliferare di gare che, con il solo scopo di mantenere basse le tariffe, non riescono ad mobilitare le risorse necessarie ad assicurare un livello adeguato in termini di qualità dei servizi”.
Il ritardo sul fronte degli assetti di governance si riflette anche sul piano delle capacità tecniche necessarie a dare pieno compimento alla disciplina ARERA. “Con l’avvento delle nuove gare si pone un tema di competenza, soprattutto da parte delle stazioni appaltanti, e di più generale conoscenza del quadro regolatorio – spiega Di Mezza – per questo sarà fondamentale l’avvio dei focus group previsti da ARERA”. Servono dialogo e confronto, dicono i portatori d’interesse, per garantire la piena conoscenza degli strumenti della regolazione, e la loro uniforme declinazione su tutto il territorio nazionale. Cosa che fin qui, complice anche la complessità applicativa delle disposizioni ARERA, è troppo spesso mancata. “Per questo, anche rispetto al bando tipo, c’è necessità di elementi applicativi – dice Iacotucci – i principi della regolazione sono noti, e altri verranno con il MTR-3, ma ora servono interventi di natura attuativa, buone pratiche e indicazioni operative che possano fornire agli enti affidanti un set di strumenti minimi da utilizzare”. Un lavoro al quale enti locali e imprese di gestione si dicono pronti a collaborare. “Intendiamo estendere anche al bando tipo la positiva esperienza sfociata lo scorso anno nella sottoscrizione dell’accordo tra ANCI, Assoambiente e Utilitalia sull’applicazione del contratto standard di servizio – chiarisce Di Mezza – perché solo la conoscenza condivisa del meccanismo potrà consentire di raggiungere l’obiettivo principale del sistema regolatorio: elevare il livello di qualità dei servizi di gestione dei rifiuti conservandone la sostenibilità anche sul piano economico finanziario”.