Le due principali associazioni delle imprese ICT scrivono al governo chiedendo la sospensione delle sanzioni sulla tracciabilità dei rifiuti. “Elevato rischio di danni operativi per le imprese”, si legge nella nota di Assintel e Assosoftware
Accompagnare la transizione verso la nuova tracciabilità dei rifiuti prevedendo la temporanea sospensione delle sanzioni. Un ‘periodo cuscinetto’ per le imprese, che stanno rispondendo bene al passaggio dal regime cartaceo a quello digitale ma che rischiano di pagare a caro prezzo l’elevato grado di incertezza del processo. È l’appello congiunto delle associazioni Assintel (Confcommercio) e Assosoftware (Confindustria), principali sigle delle imprese ICT, che “stanno raccogliendo in questi giorni numerose richieste di assistenza da parte delle software house e dei loro clienti, che manifestano un clima di difficoltà legato agli adempimenti del RENTRi”. Da qui la richiesta al governo di “una proroga di alcuni mesi dell’entrata in vigore delle sanzioni ai danni delle imprese, al fine di incentivare un rapido adeguamento alle novità pur mantenendo un ‘periodo cuscinetto’ per gli operatori, nella fase di avviamento”, si legge nella nota.
Secondo le due associazioni di categoria, infatti, “il numero elevato di soggetti obbligati, tantissimi non informatizzati, l’attivazione contemporanea al RENTRi di nuove modulistiche di registri e formulari non presenti nella prima fase di sperimentazione, il rilascio tardivo di istruzioni operative e regole tecniche – ultime il 10 e 17 c.m. – e la conseguente mancata sperimentazione dei numerosi casi d’uso introdotti nella seconda fase, stanno mettendo a dura prova l’intera filiera”. A partire dalle software house, chiamate ad adeguare gli applicativi in uso ai loro clienti, a formarli sulle corrette procedure e, parallelamente, a mettere mano di volta in volta ad aggiustamenti e modifiche per rincorrere il rilascio di aggiornamenti. In più, le prime fasi di operatività stanno facendo emergere conflitti e incongruenze nella piattaforma e nel suo rapporto con la disciplina di dettaglio tecnico e la normativa di riferimento. In questo contesto “nonostante l’impegno delle associazioni e delle software house – si legge nella nota rivolta al governo – il rischio di danni operativi e sanzioni per le imprese è elevato”.
Del resto, scrivono le associazioni, le difficoltà che stanno caratterizzando la prima fase di transizione verso la nuova tracciabilità sono note anche al legislatore nazionale, come testimoniano gli emendamenti bipartisan alla legge di conversione del decreto ‘milleproroghe’, in vigore da oggi, “che ha tentato invano di stabilire una proroga di 60 giorni del termine di iscrizione al RENTRi”. Intervento destinato a rimanere lettera morta, visto che la nuova tracciabilità è già partita e che un eventuale rinvio genererebbe solo ulteriore caos. Massima disponibilità a “recepire le richieste delle imprese rispetto alle necessità di modifica della piattaforma”, ha dichiarato a Ricicla.tv il direttore generale ECB del Ministero dell’Ambiente Luca Proietti, ma il RENTRi è partito e non tornerà indietro. Sospendere le sanzioni senza interrompere il passaggio alla nuova tracciabilità invece si può, sottolineano le software house, nella speranza che il loro appello faccia breccia nella volontà del governo di non deviare di un passo dal percorso di attuazione del nuovo sistema concordato con l’Ue.