Regolamento imballaggi, CONAI: “Ora lavorare all’attuazione”

di Luigi Palumbo 23/01/2025

La negoziazione sul regolamento imballaggi ha contribuito al riconoscimento “dell’unicità del modello italiano di gestione”, dice Simona Fontana, direttore generale di CONAI. “Ora bisogna presidiare la definizione degli atti delegati e guidare le imprese alla corretta attuazione del provvedimento”


Il nuovo regolamento imballaggi pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale dell’Ue “riconosce l’unicità del modello italiano di gestione”, spiega a Ricicla.tv Simona Fontana, direttore generale di CONAI. Merito, chiarisce, di “un lavoro importante dell’Italia”, che nel corso del lungo iter di approvazione del provvedimento a cavallo tra due legislature europee “come mai prima ha fatto squadra a supporto della visione della corretta gestione degli imballaggi a livello nazionale”. Una visione che dal 1997 mette insieme produttori e utilizzatori di packaging, aziende del servizio pubblico, amministratori locali e cittadini in un sistema di responsabilità condivisa capace, nel 2023, di garantire la raccolta differenziata e avvio a riciclo del 75,3% degli imballaggi immessi a consumo. In anticipo sull’obiettivo vincolante al 2030.

Un modello, quello italiano, costruito attorno alla raccolta differenziata urbana, che nella prima versione del regolamento proposta da Bruxelles non aveva trovato adeguato riconoscimento. Marginalizzato, in una visione quasi esclusivamente imperniata su modelli alternativi come la ricarica di imballaggi riutilizzabili o il deposito cauzionale. “Il modello italiano è un unicum rispetto a quello che succede nel resto d’Europa, sia nelle modalità di coinvolgimento delle aziende che nelle modalità di interazione tra imprese e pubblica amministrazione – chiarisce Fontana – l’intervento nella fase di elaborazione del testo è stato necessario per introdurre flessibilità nelle modalità di organizzazione dei sistemi di gestione degli imballaggi”. Per fare in modo che l’unicità del modello italiano venisse intesa per quello che è: “un valore aggiunto, e non una differenza da escludere per andare verso un’armonizzazione totale”.

Le modifiche al testo iniziale, come le deroghe al riutilizzo o all’attivazione di sistemi di deposito cauzionale per i Paesi capaci di garantire elevate percentuali di differenziata o che abbiano già raggiunto gli obiettivi europei di riciclo “riconoscono l’unicità del sistema italiano”, che adesso, tuttavia, “viene messo alla prova di maturità” chiarisce Fontana. “In questi mesi – spiega il direttore di CONAI – si è parlato tanto della gestione a fine vita degli imballaggi, ma la vera sfida posta del regolamento è più a monte, nelle fasi di progettazione degli imballaggi del futuro”. Dall’obbligo di riciclabilità per tutto il packaging immesso a mercato, che dovrebbe scattare il 1 gennaio 2030 (ma su questo si attendono gli atti delegati della Commissione), al limite massimo del 50% per lo spazio vuoti negli imballaggi (soprattutto per l’e-commerce) fino ai nuovi obblighi di contenuto minimo riciclato per la plastica. “L’obiettivo -dice Fontana – dev’essere anche in questo caso quello di fare sistema, promuovendo innovazione nelle fasi a monte della filiera”.

La pubblicazione del regolamento, per quanto attesa, rappresenta tuttavia solo “l’inizio di un percorso, che non è ancora concluso – chiarisce Fontana – un ruolo fondamentale sarà infatti ricoperto dagli atti delegati, che definiranno i contenuti tecnici del regolamento rendendolo operativo nel suo complesso”. Una fase che CONAI presidierà con attenzione “per individuare criticità, dubbi interpretativi e rischi” e, al tempo stesso, per allineare il sistema nazionale alle nuove coordinate di produzione, consumo e gestione a fine vita del packaging. “Come consorzio delle imprese chiamate a rispondere ai nuovi requisiti stiamo già lavorando da mesi all’analisi e decodifica dei nuovi obiettivi, obblighi e divieti – chiarisce Fontana – soprattutto per le piccole e medie imprese, che molto probabilmente sono ancora all’oscuro di tutto quello che verrà. Per questo – aggiunge – puntiamo quanto prima a fornire una guida applicativa ufficiale del regolamento e degli atti di implementazione che verranno, per dare una chiave di lettura univoca alle imprese e agli addetti ai lavori”.

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