Ammontano a 329.460 tonnellate (36% dell’immesso sul mercato, a fronte di un target europeo del 45%) i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (meglio noti con l’acronimo Raee) trattati per il recupero e riciclo di materia. È quanto emerge dal primo rapporto intitolato “Il trattamento dei Raee 2015” realizzato dal Centro di Coordinamento Raee e presentato dallo stesso CDC a Milano nella serata di mercoledì. A fronte di 883.882 tonnellate di apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato, nel 2015 gli impianti autorizzati hanno trattato 329.460 tonnellate di Raee, di cui il 79% (pari a 259.574 tonnellate) provenienti da Raee domestici e il 21% (69.886 tonnellate) da Raee professionali.
L’Italia nel 2015 ha raggiunto un soddisfacente tasso di ritorno del 36%, ma è un dato ancora insufficiente a raggiungere il target europeo disposto dalla Direttiva Europea 2012/19/UE nella quale per il 2016 si prevede un obiettivo del 45% di raccolta annua rispetto alla media dell’immesso a consumo calcolata sul triennio precedente. Target che è già previsto si alzerà al 65% entro il 2019.
Nel 2015 sul territorio nazionale hanno operato 957 impianti che si occupano di Raee iscritti all’elenco gestito dal Centro di Coordinamento Raee, di cui ben 473 situati nelle regioni del Nord Ovest, 196 nelle regioni del Nord Est, 149 nelle regioni del Centro, 101 nelle regioni del Sud e 38 nelle Isole. Il recupero avviene in modalità “mirata”, cioè specifica in base alle caratteristiche del singolo rifiuto alla luce dei vari gruppi in cui è suddivisa questa tipologia di rifiuto (refrigeranti, grandi bianchi, Tv e monitor, eccetera).
«I risultati registrati nel 2015 – commenta Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento Raee – sono soddisfacenti, ma non ancora sufficienti per raggiungere il target europeo di ritorno del 45% rispetto alle AEE immesse sul mercato, cui contiamo di arrivare entro il 2017. In questa direzione si muove anche il recente Accordo di Programma sul Trattamento – ha concluso Longoni – attraverso il quale vogliamo garantire una maggiore uniformità dei livelli di trattamento da parte delle aziende e raggiungere un livello qualitativo di eccellenza nella lavorazione di questa tipologia di rifiuti».