Contenuto a cura di ECODOM – Consorzio Italiano Recupero e Riciclaggio Elettrodomestici
Con oltre 95 mila tonnellate di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche trattate nel 2016, Ecodom è il più importante Consorzio operante in Italia nella gestione dei RAEE: un incremento del 21,6% sui quantitativi del 2015 grazie a 41 mila ritiri effettuati presso quasi 4.500 Punti di Prelievo serviti (su circa 20.000 Punti di Prelievo presenti a livello nazionale), con una puntualità nel servizio del 99,9%. Il risultato del 2016 (oltre 95 mila tonnellate) è il più alto mai registrato da Ecodom dall’avvio della sua operatività (2008), ed è pari al 33% dei RAEE gestiti da tutti i Sistemi Collettivi italiani. Attraverso il trattamento di frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, forni e cappe giunti a fine vita, Ecodom ha permesso il riciclo di oltre 57 mila tonnellate di ferro, 1.900 tonnellate di alluminio, 1.800 tonnellate di rame e 9 mila tonnellate di plastica, evitando limmissione in atmosfera di oltre 870 mila tonnellate di CO2, ovvero le emissioni totali derivanti dai consumi diretti di circa 430 mila persone.
I risultati 2016 relativi al Raggruppamento R1 (frigoriferi e condizionatori) sono superiori dell’8% rispetto all’anno precedente con oltre 37 mila tonnellate trattate. Luglio, agosto e settembre si attestano come i mesi più caldi per la raccolta di R1. Per il Raggruppamento R2 (lavatrici, lavastoviglie, cappe, forni e scalda-acqua) prosegue il consistente aumento dei quantitativi gestiti, in particolar modo da agosto a dicembre: il 2016 fa registrare un +32% rispetto al 2015, che in termini assoluti con 56 mila tonnellate è il massimo storico registrato dal Consorzio. Discorso a parte per i Raggruppamenti R3 (televisori e monitor) e R4 (piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, informatica e apparecchi di illuminazione), nei quali Ecodom ha una quota di mercato contenuta (avendo in prevalenza Consorziati che operano nel settore dei grandi bianchi). Con più di 50 tonnellate gestite, il Raggruppamento R3 ha registrato un -34% rispetto al 2015, mentre con oltre 800 tonnellate gestite il Raggruppamento R4 cresce del +50%.
La Lombardia si conferma ancora una volta la regione più virtuosa in base ai quantitativi assoluti di RAEE gestiti da Ecodom: sono state 19.400 le tonnellate di RAEE trattate, con quasi 20 milioni di kWh di energia risparmiata e 157 mila tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera. Al secondo posto della speciale graduatoria si classifica l’Emilia Romagna con 9.800 tonnellate di RAEE gestiti, corrispondenti a 9.600.000 kWh di energia risparmiata e 73 mila tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera, seguita dalla Toscana (8.800 tonnellate di RAEE) e dal Veneto (8 mila tonnellate di RAEE). Per quanto riguarda, invece, i quantitativi pro capite di RAEE gestiti le migliori performance sono state registrate in Molise con oltre 19 kg per abitante, in Valle dAosta con 10,5 kg/ab e in Sardegna con quasi 5 kg/ab.
Straordinario risulta nel 2016 il beneficio per l’ambiente derivante dal lavoro di Ecodom: oltre alla riduzione della CO2 immessa in atmosfera (oltre 870 mila tonnellate), le materie prime seconde (ferro, alluminio, rame e plastica) ottenute dal riciclo delle 95 mila tonnellate di RAEE trattati hanno consentito un risparmio di 100 milioni di kWh di energia elettrica, pari al consumo annuo di elettricità di una città di oltre 80 mila abitanti.
«L’incremento delle quantità di RAEE gestite dal Consorzio nel 2016 – dichiara Giorgio Arienti, Direttore Generale di Ecodom – è stato davvero notevole: con un + 21,6% abbiamo superato le 95 mila tonnellate, che rappresentano il 33% del totale gestito dallintero Sistema RAEE italiano. Questo risultato, però, non è frutto solo di una cultura della raccolta differenziata sempre più diffusa tra Comuni e cittadini, ma deriva anche dalla drastica riduzione del valore delle materie prime seconde, soprattutto ferro e plastica, sul mercato internazionale; questo crollo ha reso i RAEE molto meno interessanti per il mercato parallelo, cioè per tutti quei soggetti che negli anni scorsi cercavano di accaparrarsi i RAEE raccolti da Enti Locali e Distributori per estrarne le materie prime seconde, spesso con processi non idonei dal punto di vista ambientale».