Dal Programma nazionale all’adozione del decreto ‘end of waste’ sui rifiuti da costruzione e demolizione: sei mesi a tappe forzate per il Ministero della Transizione Ecologica, chiamato a rispettare le non poche milestone che il PNRR fissa al 30 giugno
Sarà un primo semestre di lavoro pancia a terra per il Ministero della Transizione Ecologica, chiamato a tenere il passo del serrato calendario di milestone e target che dovranno scandire l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel 2022. Sette le riforme e tredici gli investimenti da avviare a partire da questo gennaio, ai quali si aggiungeranno i procedimenti partiti già nella seconda metà del 2021 e ancora da concludere. Nell’ampio ventaglio dei temi di competenza del dicastero la gestione sostenibile dei rifiuti figura tra quelli che nei primi sei mesi dell’anno richiederanno gli sforzi maggiori. Lo conferma la sezione dedicata al MiTE nel report sull’attuazione del PNRR inviato a fine dicembre dal governo alla Commissione Ue. Se con la pubblicazione degli avvisi per gli interventi su gestione dei rifiuti (1,5 miliardi di euro) e ‘progetti faro’ di economia circolare (600 milioni), e la successiva apertura della piattaforma per l’inoltro delle proposte progettuali, il 2021 si è chiuso nel pieno rispetto delle milestone sugli investimenti, il 2022 si apre invece nel segno delle riforme di settore, su tutte la Strategia nazionale per l’economia circolare e il Programma nazionale di gestione dei rifiuti.
Anche su questo fronte le tempistiche scandite dal PNRR risultano fin qui rispettate, essendo state avviate sia la consultazione sulle linee guida per la Strategia che la procedura di VAS sul Programma. I due dossier dovranno però essere chiusi entro la milestone del 30 giugno 2022 con l’entrata in vigore dei decreti ministeriali di attuazione. Dal rispetto di questa scadenza dipenderà l’intero percorso di attuazione del PNRR, dal momento che sia il Programma che la Strategia avranno il compito di guidare e supportare prima la selezione e poi la messa a terra delle proposte progettuali. Vale la pena ricordare che la presentazione dei progetti su rifiuti ed economia circolare si chiuderà, con tempi diversi per le varie linee d’intervento, tra il 14 e il 21 febbraio, poi a partire dalla prossima primavera le proposte saranno vagliate da un’apposita commissione in via di costituzione, che dovrà selezionarle e assegnare i finanziamenti entro il 31 dicembre 2023. Entro la stessa data dovrà risultare raggiunto il target della riduzione a 20 punti percentuali della differenza tra la media nazionale di raccolta differenziata e la regione con la peggiore performance, obiettivo che di fatto risulta già conseguito, visto che nel 2020 la media era al 63% e la Sicilia fanalino di coda al 42,3%.
“Potenziali rallentamenti potrebbero scaturire dall’eventuale contenzioso amministrativo“, avverte il report del governo in relazione alle due linee d’investimento su rifiuti ed economia circolare. Un ‘caveat’ imprescindibile, nel Paese delle burocrazie barocche e dei mille ricorsi, tanto più alla luce del fatto che nelle scorse settimane non sono in pochi ad aver sollevato dubbi e perplessità rispetto agli avvisi pubblicati dal Ministero. Ma sulle prospettive di messa a terra del PNRR pende anche la spada di Damocle delle inadeguate competenze tecniche e amministrative del personale di regioni, province e comuni, “uno dei principali ostacoli alla costruzione di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti”, si legge nel report. Tema al quale è dedicata la terza riforma di settore, quella del supporto tecnico alle autorità locali, che entro il 30 giugno 2022 dovrà sfociare nella sottoscrizione tra MiTE, Ministero dello Sviluppo Economico e altri soggetti istituzionali di un accordo per lo sviluppo del “piano d’azione Building Capacity”, che servirà ad assicurare assistenza a 126 enti locali attraverso società interne ai due dicasteri. Nell’ambito della stessa riforma il MiTE dovrà poi sviluppare uno specifico piano d’azione per supportare l’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) alle procedure di gara.
Ma il tema della gestione sostenibile dei rifiuti spunta anche nell’ambito della grande riforma per la semplificazione degli interventi di efficientamento energetico degli edifici, che tra le milestone per il prossimo anno prevede anche l’approvazione, sempre entro il 30 giugno 2022, del decreto ministeriale ‘end of waste’ per i rifiuti da costruzione e demolizione. Un provvedimento che il settore attende da anni e che, chiarisce il report, al momento è oggetto di un rimpallo tra il Consiglio di Stato, che dopo averne valutato lo schema “ha rimesso parere interlocutorio”, e il MiTE, che sta predisponendo la sua risposta alle osservazioni dei giudici amministrativi.