Al via la selezione dei progetti da finanziare con i 2,1 miliardi che il PNRR dedica a gestione dei rifiuti ed economia circolare. Tra 60 giorni imprese private ed enti pubblici potranno cominciare ad inviare la proprie proposte. Si va dai cassonetti intelligenti alla depolimerizzazione delle plastiche, passando per il biometano da rifiuti organici e fanghi da depurazione
Impianti di compostaggio e digestione anaerobica per la produzione di biometano da rifiuti organici e fanghi da depurazione, soluzioni per il recupero di elementi chimici dalle plastiche, impianti di secondo livello per l’estrazione delle ‘materie prime critiche’ dai rifiuti elettrici ed elettronici. Sono solo alcuni degli interventi finanziabili con i 2,1 miliardi che il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha destinato alle linee d’intervento su gestione dei rifiuti ed economia circolare. Dopo il via libera ai decreti con i criteri che guideranno la scelta dei progetti, il Ministero della Transizione ecologica apre ufficialmente la selezione con la pubblicazione degli avvisi per la presentazione delle proposte, predisposti con il supporto di Invitalia. In realtà toccherà aspettare ancora una quarantina di giorni, poi saranno pubblicati i fac-simile delle proposte da compilare poi finalmente, decorsi 60 giorni dalla pubblicazione degli avvisi, i soggetti abilitati potranno cominciare ad inviare i propri progetti.
Due le linee d’investimento: la prima, che cuba 1,5 miliardi, dedicata alla “realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l’ammodernamento di impianti esistenti”, mentre la seconda destina 600 milioni alla realizzazione di “iniziative ‘flagship’ per le filiere di carta e cartone, plastiche, RAEE, tessili”. Il 60% delle risorse complessivamente disponibili, pari a un miliardo 260 milioni di euro, sarà destinato alle Regioni del Centro-Sud. Per la linea da 1,5 miliardi i soggetti abilitati alla presentazione delle proposte sono enti d’ambito, comuni e gestori del servizio pubblico dei rifiuti urbani, mentre la linea dei cosiddetti ‘progetti faro’ di economia circolare è dedicata alle imprese del riciclo. In entrambi i casi non sono ammessi progetti riguardanti la costruzione o il revamping di discariche, impianti di Trattamento Meccanico biologico o inceneritori. L’obiettivo, si legge negli avvisi, è allineare il Paese alle sfide del Piano d’azione Ue sull’economia circolare, colmando carenze impiantistiche e divari territoriali, ma anche ammodernando gli impianti esistenti e rimediando all’inadeguatezza dei sistemi di raccolta differenziata, senza dimenticare la necessità di contribuire al consolidamento della governance del ciclo dei rifiuti.
L’investimento da 1,5 miliardi prevede a sua volta tre linee d’intervento dedicate rispettivamente a raccolta differenziata, impianti di trattamento e riciclo e soluzioni innovative per frazioni di rifiuto critiche. Tra i progetti finanziabili si va dall’acquisto di cassonetti intelligenti ai software gestionali, dagli impianti di compostaggio e digestione anaerobica con produzione di biometano da rifiuti organici alle strutture automatizzate di selezione degli imballaggi. Ampio spazio anche per le proposte in materia di gestione dei fanghi da depurazione, dai sistemi per l’essiccazione agli impianti di recupero per la produzione di fertilizzanti e biometano. E poi ancora impianti per il recupero di prodotti assorbenti, scarti da costruzione e demolizione e per il riciclo chimico delle plastiche. Quanto all’investimento da 600 milioni per i progetti di economia circolare in quattro filiere critiche, le iniziative finanziabili vanno dagli impianti avanzati per il riciclo dei Raee con recupero di ‘materie prime critiche’ come il palladio all’ammodernamento delle linee di selezione e riciclo dei rifiuti di carta e cartone, dai progetti per la depolimerizzazione delle plastiche a quelli per migliorare la raccolta, la cernita, il trattamento e il recupero di scarti dell’industria tessile. Per tutte le linee di intervento i progetti dovranno essere accompagnati da un cronoprogramma che preveda l’individuazione dei soggetti esecutori entro il 31 dicembre 2023, mentre la data di fine lavori non potrà superare il 30 giugno 2026.
Le proposte presentate nell’ambito delle due linee d’investimento principali “saranno oggetto di selezione e valutazione da parte di apposita Commissione che sarà nominata con successivo decreto ministeriale e sarà composta da n. 3 membri nominati dal MITE, di cui uno con funzioni di presidente di Commissione, n. 6 membri in rappresentanza di ISPRA ed ENEA, n. 4 membri indicati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, in rappresentanza delle diverse aree geografiche: Nord, Centro, Sud e Isole e n. 2 membri in rappresentanza dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA)”.
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Non mi pare di vedere gli impianti di ultima generazione che da tal quale producono idrogeno e clinker