Nel 2020 esportate in Turchia 13 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti in Ue

di Redazione Ricicla.tv 20/04/2021

Secondo Eurostat nel 2020 la Turchia ha importato 11,8 milioni di tonnellate di scarti in ferro e acciaio generati dai Paesi Ue. La Cina passata in dieci anni da 10 milioni a 600mila tonnellate

Rottami di ferro, ma anche carta e cartone e plastica. Sono queste le principali categorie di rifiuto esportate nel 2020 dall’Unione europea verso Paesi non-Ue stando alle ultime rilevazioni di Eurostat. Un flusso che dal 2004 risulta cresciuto del 75% e che lo scorso anno ha toccato la cifra record di 32,7 milioni di tonnellate. Più del doppio dei rifiuti importati, pari a 16 milioni di tonnellate e calati del 10% nell’arco degli ultimi 17 anni. Segno della crescente abilità dei Paesi europei di recuperare risorse dagli scarti domestici e industriali, che tuttavia sembra non andare di pari passo con la capacità di riutilizzarle in sostituzione delle materie prime nei propri cicli produttivi. Cosa che invece riesce benissimo a un Paese come la Turchia, leader globale nella produzione di acciaio da rottame, che proprio per questo nel 2020 risulta la principale destinazione degli scarti esportati dall’Ue, avendone accolti per ben 13,7 milioni di tonnellate, 11,8 dei quali rappresentati proprio da rifiuti ferrosi.

Complessivamente sono 17,4 i milioni di tonnellate di scarti in ferro esportati dall’Ue, seguiti da 6,1 di carta e cartone, 2,4 di plastica, 1,6 di alluminio e rame e 1,4 di tessili. Ma le statistiche di Eurostat raccontano anche le trasformazioni in atto sul mercato globale dopo il terremoto del 2018, quando la Cina che fino ad allora era stata il principale importatore dei rifiuti generati in Ue, soprattutto carta e plastica, aveva deciso di chiudere le sue frontiere. Da un picco di 10,1 milioni di tonnellate importate nel 2009, il Dragone è sceso infatti ad appena 600mila nel 2020, sostituito nelle rotte dei rifiuti extra Ue da Paesi del Medio ed Estremo Oriente come Pakistan, India e Indonesia, con il primo passato dalle appena 100mila tonnellate del 2004 a 1,4 milioni di tonnellate nel 2020 e le altre divenute tra gli sbocchi principali a livello globale per le carte da macero, comprese quelle italiane. Dei 6,1 milioni di tonnellate esportati dall’Ue, infatti, 1.6 sono andati in India e 1.2 in Indonesia, mentre 900mila tonnellate sono finite in Turchia, un altro dei Paesi che meglio hanno saputo approfittare dello stop di Pechino all’import di rifiuti.

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