Imballaggi, McDonald’s sceglie la carta: riciclo oltre l’80%

di Redazione Ricicla.tv 09/10/2023

Stando a un’indagine di Comieco, nei sei punti vendita McDonald’s che dal 2019 hanno sostituito il packaging in plastica con quello in carta e cartone la differenziata di imballaggi cellulosici ha superato la metà dei rifiuti prodotti (54,2%), con un livello di purezza superiore al 98% e un tasso di recupero tra l’80 e l’83%


Ridurre l’impatto ambientale della ristorazione veloce puntando sulla gestione sempre più sostenibile del packaging. E, soprattutto, su un materiale rinnovabile e circolare come la carta. Una sfida possibile, stando ai numeri emersi da una ricerca commissionata dal consorzio Comieco. Lo studio – curato dal cofondatore di Ambiente Italia Duccio Bianchi – ha misurato le performance di sei punti vendita McDonald‘s a Milano, dove dal 2019 è stata avviata la progressiva sostituzione del packaging in plastica utilizzato per servire cibi e bevande con soluzioni monouso in carta e cartone, che oggi costituiscono oltre il 96% dell’immesso a consumo. Stando alla ricerca, su una produzione settimanale di rifiuti in sala pari a 485 kg, oltre la metà (54,2%) era costituita dalla raccolta differenziata di carta e cartone (a sua volta pari all’84,7% del totale differenziato), ma soprattutto, per la sola frazione cellulosica, è stata registrata una percentuale di ‘purezza’ superiore al 98%, con un tasso dell’1,15% di materiali estranei e dell’1,1% di frazione contaminata da alimenti. Una qualità compatibile con gli standard Comieco per la prima fascia della raccolta differenziata di carta congiunta e quindi largamente accettabile tal quale dalle cartiere. Con un tasso di recupero, si legge nello studio, che “potrebbe essere ragionevolmente valutato nell’ordine dell’80-83%”.

“L’indagine ha mostrato che è possibile raccogliere in maniera differenziata oltre il 90% dei contenitori, oltre l’80% della carta utilizzata, compresa quindi quella che non è un contenitore, come i tovagliolini, ma soprattutto che il materiale raccolto è sostanzialmente esente da contaminazioni alimentari e ha quindi un elevato tasso di riciclabilità”, spiega Bianchi. Performance, quelle misurate dallo studio, frutto di una revisione capillare delle strategie di gestione dei rifiuti da imballaggio generati nei punti vendita. “Siamo partiti con l’attività di formazione dei nostri dipendenti – spiega Massimiliano Dell’Acqua, supply chain sustainability manager di McDonald’s Italia – poi abbiamo investito nella realizzazione di contenitori che consentissero di semplificare la separazione dei rifiuti, sia da parte dei nostri operatori che da parte dei consumatori. Consumatori che – aggiunge – rappresentano l’ultimo anello della catena su cui andiamo a intervenire, educandoli al corretto conferimento”.

Da un lato l’investimento in consapevolezza. Dall’altro quello per la fornitura di imballaggi cellulosici dal dna sempre più rinnovabile e circolare. “Oggi è possibile sostituire integralmente i contenitori in plastica con contenitori in carta e cartone che hanno caratteristiche di riciclabilità integrale“, chiarisce Bianchi. Nello specifico, gli imballaggi utilizzati da McDonald’s – forniti da Seda International Packaging – si collocano tutti in classe A o B secondo lo standard ATICELCA e sono quindi pienamente riciclabili. Inclusi quelli ‘compositi’, ovvero rivestiti da un sottile film plastico con funzione protettiva, che pesano per il 19,5% circa delle forniture per McDonald’s e che, rileva lo studio, una volta avviati a riciclo generano uno scarto che “dovrebbe attestarsi attorno al 3%, con un impatto irrilevante sulla gestione di cartiera”. “Anzi, essendo fatti in pura cellulosa (la legge italiana impedisce di utilizzare carta riciclata per le applicazioni a contatto con gli alimenti, ndr) questi imballaggi sono di fatto un ingrediente molto ricercato dalle cartiere” chiarisce il direttore generale di Comieco Carlo Montalbetti.

E anche se riguardano una fetta minoritaria del mercato del packaging – “l’immesso a consumo annuo di imballaggi in carta per alimenti ammonta a circa 50mila tonnellate“, chiarisce Montalbetti – i numeri dello studio rappresentano un’ulteriore conferma del primato della filiera cartaria italiana nella corsa verso gli obiettivi europei di riciclo. “Le previsioni sul 2023 ci dicono che siamo oltre l’85% – spiega il direttore generale di Comieco – questo significa che abbiamo raggiunto con sette anni di anticipo l’obiettivo Ue al 2030″. Un primato che Comieco auspica possa contribuire ad affermare la validità del modello italiano di gestione del packaging a fine vita nel dibattito sul nuovo regolamento europeo imballaggi. Entro la fine di ottobre il Parlamento Ue dovrebbe adottare la propria posizione negoziale sulla proposta della Commissione, che prevede, tra gli altri, obiettivi minimi di riutilizzo e riempimento per determinate attività commerciali, come la vendita di cibo o bevande da asporto, ma anche nuovi e più stringenti parametri per misurare la riciclabilità degli imballaggi. “Nel nostro paese sono molto diffuse buone pratiche di riciclo, specialmente di carta e cartone, che raggiungono ottimi livelli e prestazioni – afferma l’eurodeputata Mercedes Bresso – nella discussione in Parlamento europeo sul regolamento sugli imballaggi stiamo lavorando per difendere queste esperienze, rifiutando una contrapposizione a priori con il riuso, ma ricercando sempre il miglior risultato ambientale”.

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