Non saranno riusciti a ricucire lo strappo con gli USA sugli accordi di Parigi, ma sugli altri temi in agenda i ministri ospiti a Bologna del G7 Ambiente l’intesa l’hanno trovata e messa nero su bianco approvando all’unanimità un documento di 11 punti. Finanza sostenibile, economia circolare, lotta all’inquinamento marino. Quindici pagine che, sebbene oscurate dal passo indietro di Washington sulla lotta al global warming, sanciscono gli impegni e gli obiettivi comuni fissati dalle 7 principali potenze mondiali (e dall’Unione Europea) in campo ambientale. A partire dalla strategia al 2030 per lo sviluppo sostenibile, primo capitolo del documento. «Lavoreremo all’integrazione delle dimensioni economiche, sociali e ambientali dello sviluppo sostenibile – si legge nel documento – perchè nessuno rimanga indietro, a beneficio delle persone, del pianeta, della prosperità, della pace e della cooperazione, e con l’obiettivo di condividere le rispettive esperienze».
Nel testo approvato oggi a Bologna, accanto agli impegni per garantire il rispetto degli accordi di Parigi, sottoscritti dai ministri dell’Ambiente di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e Regno Unito e dai Commissari europei responsabili dell’Ambiente e del Clima (ma non dagli USA, che in una postilla chiariscono definitivamente che non li implementeranno) e per supportare la transizione verso modelli di sviluppo sostenibile, come l’adozione di politiche fiscali in linea con gli obiettivi di tutela ambientale e il ricorso ai fondi delle Banche Multilaterali di Sviluppo (altro punto del documento che non ha incassato il voto favorevole degli USA), ampio spazio è dedicato ai temi della gestione efficiente delle risorse, dei rifiuti e dell’economia circolare, sancendone definitivamente l’ingresso nell’agenda politica ed economica delle principali potenze del pianeta. «Esistono forti prove di come l’efficienza delle risorse, le “3R”, l’economia circolare e la gestione sostenibile dei materiali possano essere un fattore importante per raggiungere la crescita economica e l’occupazione – si legge nel documento – e che possano portare insieme vantaggi ambientali e sociali, con competitività e prosperità economica a lungo termine. Incoraggiamo la cooperazione internazionale e la promozione di approcci e politiche integrate come condizione importante per ottenere risultati tangibili».
Un intero capitolo del documento è dedicato al tema della lotta al “marine litter”, con i 7 grandi che ribadiscono la propria preoccupazione «in particolare per le plastiche e le microplastiche», riaffermndo «l’impegno a combattere questa minaccia globale». «Crediamo – scrivono i 7 – che andare verso una gestione più efficiente delle risorse e modello economici circolari, compreso l’utilizzo efficiente delle risorse, dei materiali sostenibili e di efficaci sistemi di gestione dei rifiuti, sia un modo efficace per affrontare i il fenomeno dei rifiuti marini», auspicando poi l’adozione di una serie di iniziative per la prevenzione, il monitoraggio e la gestione dei rifiuti, compresa «la riduzione progressiva di plastiche monouso e microplastiche, incluse le “microbeads”, per evitare la perdita di plastiche all’ambiente marino, anche attraverso la ricerca su sostituti».
In allegato al documento, la “Road map di Bologna in 5 anni” con una serie di impegni «per dare priorità alle azioni che promuovano una gestione dei materiali basata sul ciclo di vita, la gestione efficiente delle risorse, le “3R”, anche nelle catene di approvvigionamento». Tra questi: azioni per sensibilizzare l’opinione pubblica e le imprese, iniziative di monitoraggio e contrasto allo spreco alimentare, momenti di condivisione e confronto sulle politiche di Green public procurement e sulla messa a punto di criteri per il design sostenibile dei prodotti.