Nuove misure di fiscalità ambientale a favore del riciclo da inserire nella prossima legge di bilancio. Un’accelerazione dei decreti end of waste nel corso del 2023 e il contestuale innalzamento del 50% per l’ecotassa sui rifiuti in discarica. Ecco la timeline della Strategia Nazionale sull’Economia Circolare
Il Ministero della Transizione Ecologica lavorerà a una proposta di revisione della fiscalità ambientale a favore delle attività di riciclo e dell’economia circolare da inserire nella prossima legge di bilancio. È quanto emerge dal cronoprogramma per l’attuazione della Strategia Nazionale sull’Economia Circolare approvato ieri dal dipartimento per lo sviluppo sostenibile del MiTE. L’arco temporale delle misure va dall’ultimo trimestre del 2022 alla fine del 2026, termine entro il quale dovranno essere completati tutti gli investimenti e le riforme del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Come la Strategia Nazionale, considerata riforma abilitante per gli stanziamenti su rifiuti ed economia circolare.
Stando al cronoprogramma, entro la fine di quest’anno il MiTE lavorerà all’inserimento nella legge di bilancio 2023 del rinnovo dei crediti d’imposta già disposti nel corso del 2021 per “prodotti riciclati” e “materiali di recupero”, ma anche alla soppressione dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD) come l’IVA agevolata del 10% sullo smaltimento in discarica, destinando le risorse recuperate al “fondo per la promozione di interventi di riduzione e prevenzione della produzione di rifiuti e per lo sviluppo di nuove tecnologie di riciclaggio e smaltimento”. Sempre in tema di fiscalità ambientale, è attesa per la fine dell’anno una “proposta di aggiornamento del credito di imposta Transizione 4.0 per interventi a supporto dell’economia circolare”, mentre nel corso del 2023 saranno tra l’altro individuati nuovi SAD da eliminare e valutato l’innalzamento dell’ecotassa per lo smaltimento in discarica “di almeno il 50%”.
Entro la fine di quest’anno, si legge nel cronoprogramma, il MiTE dovrà mettere mano a un’ampia opera di revisione dei meccanismi di responsabilità estesa del produttore, con la creazione dell’organismo di vigilanza sui consorzi (già disposta dal decreto legge ‘aiuti ter’) e l’adozione di un accordo di programma “per la realizzazione di un modello sperimentale di attuazione degli obblighi EPR per i venditori a distanza su mercati online”. Tra le misure da adottare entro il primo trimestre del 2023 c’è anche la predisposizione del nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti, ma già entro la fine di quest’anno si punta a completare l’iter per l’approvazione dei decreti ministeriali che dovranno stabilire le regole del sistema e introdurre i nuovi modelli digitali dei registri di carico e scarico e dei formulari di identificazione dei rifiuti. I decreti, si legge nel cronoprogramma, dovranno essere inviati alla Commissione Europea e al Consiglio di Stato entro il 30 settembre prossimo.
Sempre a partire dal primo trimestre del 2023 il MiTE lavorerà alla definizione di un decreto con la “programmazione annuale dei Decreti CAM ed EOW”, da adottare successivamente anche nei primi trimestri del 2024 e del 2025. In materia di ‘end of waste’ tra primo e quarto trimestre del 2023, scrive il Ministero, si accelererà sull’emanazione dei decreti nazionali con i criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto. Verranno pubblicati, in ordine, i decreti su terre di spazzamento, plastiche miste, tessili e pile e accumulatori. Sul fronte delle misure di supporto all’economia circolare entro il terzo trimestre del 2023 il MiTE, in accordo con MiSE ed enti di ricerca, svilupperà “progetti e/o schemi di incentivazione finanziaria e semplificazione delle reti di impresa con finalità circolari, di rigenerazione di brown areas in ecodistretti circolari in ottica di simbiosi industriale”.