Pubblicato il bando della nuova procedura competitiva per l’accesso agli incentivi PNRR al biometano da rifiuti organici e scarti agricoli. A disposizione delle aziende un contingente incentivabile di 134.729,81 standard metri cubi orari. Le domande potranno essere presentate fino al prossimo 17 gennaio
Al via la quinta, e per ora ultima, gara per l’assegnazione degli incentivi alla produzione di biometano da rifiuti organici e scarti agricoli. È stato pubblicato questa mattina sul sito del GSE il bando della nuova procedura competitiva, che metterà a disposizione delle aziende un contingente incentivabile di 134.729,81 standard metri cubi orari, pari alla somma della quota prevista in partenza per questa tranche (23.750 Smc/h) con il contingente non assegnato nelle precedenti quattro gare. La procedura è aperta ai progetti di nuova costruzione o di revamping di impianti esistenti e, così come le precedenti due, potrà godere del meccanismo di adeguamento di tariffe e contributi in conto capitale all’andamento dell’inflazione.
La procedura si aprirà ufficialmente alle 12 di oggi, con lo stop all’invio delle proposte progettuali fissato al prossimo 17 gennaio. I lavori per la realizzazione degli interventi ammessi in posizione utile non potranno partire prima della pubblicazione della graduatoria definitiva, che non dovrebbe vedere la luce più tardi del 17 aprile 2025, quando mancherà poco più di un anno alla deadline del 30 giugno 2026, data entro la quale gli impianti dovranno essere entrati in esercizio pena la revoca del diritto agli incentivi. Tempi che non lasciano molto spazio all’ottimismo.
Complessivamente, il meccanismo ha assegnato un contingente di circa 122.270,19 standard metri cubi orari sui 257 mila complessivamente disponibili, equivalenti a un miliardo 130 milioni di nuova capacità produttiva l’anno. Vale a dire meno della metà del target da 2,3 miliardi di metri cubi che il PNRR prevede di raggiungere entro il 30 giugno del 2026. Il regime di incentivi, insomma, non sembra essere riuscito a fare da leva agli investimenti delle imprese, nonostante nonostante le misure messe in campo da governo e GSE: l’estensione degli incentivi anche ai progetti di revamping degli impianti a biogas da rifiuti organici (inizialmente esclusi) ma soprattutto l’adeguamento all’inflazione.
In più, pur avendo avuto il merito di rendere più appetibile il ciclo di incentivi, lo schermo ‘anti inflazione’, operativo dal terzo bando, ha innescato una vera e propria fuga dalle prime due graduatorie. Molti dei soggetti ammessi in una delle prime due graduatorie avevano infatti scelto di rinunciare all’assegnazione per ripresentare i propri progetti nel bando successivo, che ha garantito condizioni economiche di gran lunga più favorevoli. Cosa che oltre a determinare la duplicazione di molte assegnazioni (nell’ordine del 30% nell’arco delle quattro gare) ha soprattutto creato una frattura, tuttora irrisolta, tra chi è entrato nel nuovo regime e chi invece è rimasto nel vecchio e oggi si trova costretto a realizzare i propri impianti a condizioni meno vantaggiose.