Il PNRR incassa la valutazione positiva della Commissione europea. La presidente Von der Leyen: “Possiamo rendere il Green Deal una realtà”. Draghi: “Ora dobbiamo assicurarci che i fondi siano spesi tutti e soprattutto bene”
“Il piano ‘Italia Domani’ è ambizioso e lungimirante e aiuterà ad edificare un domani migliore per il vostro Paese e per l’intera Unione europea”. Le parole della Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, pronunciate questo pomeriggio a Cinecittà, mettono il sigillo sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentato a Bruxelles a fine aprile dal governo guidato da Mario Draghi e promosso a pieni voti dall’esecutivo Ue. “La nostra approvazione oggi pone le fondamenta per l’erogazione dei 191 miliardi di euro del fondo Next Generation Eu – ha ricordato Von der Leyen – dopo l’approvazione del Consiglio Ue, tra tre o quattro settimane saremo pronti ad erogare i primi fondi” ovvero la tranche ‘anticipata’ da circa 25 miliardi. “Possiamo riplasmare il nostro continente per i prossimi decenni – ha sottolineato la Presidente della Commissione – renderemo il Green Deal europeo una realtà“.
Proprio rispetto agli ambiziosi traguardi definiti dall’Ue in materia di sostenibilità e di lotta al cambiamento climatico, su tutti il raggiungimento di zero emissioni carboniose in atmosfera entro il 2050, secondo la Commissione la ripartizione dei fondi disegnata dal governo Draghi rispetta appieno i vincoli fissati dall’Ue. “Il 37% del piano ‘Italia Domani’ sosterrà i nostri obiettivi verdi – ha detto Von der Leyen – con misure che vanno dall’efficientamento energetico alla mobilità sostenibile fino alle energie rinnovabili. L’ambiente è uno dei maggiori patrimoni del vostro Paese”. Vale la pena ricordare che il PNRR o Piano ‘Italia Domani’ destina alla MIssione 2 ‘Rivoluzione verde e transizione ecologica’ 59,47 miliardi di euro, 2,1 dei quali andranno al capitolo economia circolare e gestione dei rifiuti.
“Mario, non è la fine del nostro percorso, ma solo l’inizio” ha detto Von der Leyen, rivolgendosi al premier e ricordando come adesso si apra la fase più delicata del processo, quella dell’attuazione. “La Commissione sarà con voi per assicurarsi che tutto il potenziale di Next Generation Eu si esplichi completamente. Il vostro successo è il nostro successo”. Prima però c’è da mettere mano alle cosiddette riforme strutturali, senza le quali, ha ammesso Draghi “c’è il rischio che il Piano resti solo un annuncio”. “Anche nel recente passato finanziamenti molto ingenti non sono stati spesi o lo sono stati solo in piccola parte. Il Fondo coesione e sviluppo – ha ricordato il premier – ammontava tra i 44 e i 46 miliardi. Nel periodo tra il 2014 e il 2020 ne sono stati spesi circa 3”. Solo pochi giorni fa un dossier della Corte dei Conti aveva certificato come, del miliardo e mezzo di euro di fondi pubblici complessivamente stanziati tra il 2012 e il 2020 per interventi in tema di gestione dei rifiuti fosse stata spesa una cifra pari ad appena il 20%.
“I provvedimenti adottati dal governo negli ultimi mesi hanno proprio l’obiettivo di mettere le amministrazioni nelle condizioni di spendere, e di spendere bene, questo denaro”, ha chiarito Draghi citando le riforme già avviate, da quella della Pubblica amministrazione al pacchetto di semplificazioni burocratiche, e quelle ancora in cantiere, tra cui appalti e concessioni, entro giugno, concorrenza, a luglio, e giustizia, attesa invece già per i prossimi giorni. “Con queste riforme e con l’impegno politico di tutti ce la faremo” ha detto Draghi.