Rifiuti urbani, Assoambiente: “Più luci che ombre”. Ma cresce il ‘turismo’

di Redazione Ricicla.tv 11/01/2024

Bene la riduzione della produzione e l’aumento della raccolta differenziata, preoccupa invece il tasso di riciclo, lontano dagli obiettivi Ue, e l’aumento del ‘turismo’ dentro e fuori i confini nazionali. Il bilancio di Assoambiente sui dati dell’ultimo rapporto ISPRA sui rifiuti urbani


Più luci che ombre sull’Italia dei rifiuti urbani, stando all’analisi condotta da Assoambiente sui dati dell’ultimo rapporto ISPRA, relativi al 2022. Tra le note positive la riduzione della produzione complessiva e l’aumento della raccolta differenziata, ma non mancano gli elementi di criticità. “Resta preoccupante l’aumento dell’export di rifiuti – scrive in una nota il presidente Chicco Testa – il mancato aumento del tasso di incenerimento, il mancato raggiungimento dell’obiettivo relativo al tasso di riciclo effettivo, l’ancora elevato valore della circolazione infraregionale, l’alto tasso di conferimento in discarica”.

Tra le ‘good news’, spiega l’associazione la diminuzione della produzione di rifiuti urbani, calata dell’1,8% e, cosa più importante, in un anno di espansione economica con il PIL a +3,7% e i consumi finali delle famiglie a +6,1%. Bene anche la raccolta differenziata, aumentata in percentuale (dal 64 % al 65,2%), ma ridottasi in quantità assoluta (da 18,953 milioni di tonnellate a 18,930). L’Italia, spiega Assoambiente, ha superato finalmente, con 10 anni di ritardo, l’obiettivo di raccolta differenziata del 65% con una graduale, ma costante, convergenza del tasso di differenziata fra le diverse regioni. Il tasso effettivo di riciclo, al 49,2%, resta però al di sotto, anche se di poco, dell’obiettivo del 50% al 2020. L’aumento della forbice tra differenziata e riciclo, spiega l’associazione, segnala “forse un po’ di stanchezza da parte dei cittadini cui le politiche ambientali stanno chiedendo continue modifiche di comportamento”.

Dati contrastanti, rileva invece Assoambiente, sul fronte dei rifiuti organici: a fronte di una riduzione delle quantità differenziate, passate da 6,8 a 6,5 milioni di tonnellate, sono aumentati impianti (358 unità) e capacità di trattamento (che passa da 11,2 milioni di tonnellate a circa 12) e quantitativo complessivo di frazione organica trattata (passata da 8,3 a 8,4 milioni di tonnellate) ma anche la produzione di biogas (da 324 a 331 milioni di metri cubi), e biometano (153 milioni di metri cubi, con un aumento di 30 milioni di metri cubi), cui vanno aggiunti circa 85 milioni di metri cubi provenienti dai digestori anaerobici.

In calo il recupero energetico negli impianti di incenerimento (100mila tonnellate in meno rispetto all’anno precedente), con una produzione complessiva di 4,5 MWh elettrici (in aumento sul 2021), cui si affiancano 2,3 MWh termici (in riduzione sul 2021). Valori che sommati ai circa 0,4 milioni di MWh elettrici e 0,2 termici provenienti dai digestori anaerobici, scrive Assoambiente, confermano il settore come “un importante produttore di energia, in crescita, fondamentale nella transizione energetica e con un ampio margine di miglioramento”.

In contrazione le quantità smaltite in discarica, sebbene di poco, passate da 5,6 milioni tonnellate a 5,2 (dal 19% al 17,8%). L’uso della discarica, osserva l’associazione, si è dimezzato dal 2013 al 2022, ma è ancora lontano dall’obiettivo di un quantitativo massimo per i rifiuti urbani del 10% al 2035. E in alcune regioni, come Piemonte, Lazio, Abruzzo, si assiste addirittura a un aumento dei quantitativi. Se la discarica e l’incenerimento calano, a crescere sono invece i quantitativi esportati in altre nazioni (+30%, da 550mila a 830mila tonnellate) e anche i flussi dell’export infraregionale, tra cui i rifiuti avviati a discarica in impianti fuori dalla regione di origine che sono stati pari a 492mila tonnellate.

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