Nel 2019 raccolte 7,3 milioni di tonnellate di umido e verde, ma servono almeno 50 nuovi impianti nelle Regioni del Centro e Sud Italia
Il Programma nazionale di ripresa e resilienza è un’occasione preziosa per completare una delle filiere chiave dell’economia circolare italiana, quella dei rifiuti organici. Ne è convinto il Consorzio Italiano Compostatori che nella giornata mondiale del riciclo invita il governo a mettere la filiera del biowaste in cima ai progetti da finanziare con gli stanziamenti del Next Generation Eu. “I fondi che verranno messi a disposizione grazie al PNRR sono una risorsa straordinaria in grado di cambiare il volto dell’Italia in chiave sostenibile – spiega Massimo Centemero, Direttore del CIC – nell’agenda politica e nel piano, il settore del biowaste merita un’attenzione particolare, in quanto emblema dell’economia circolare e eccellenza del nostro Paese: il rifiuto organico, correttamente differenziato e raccolto, può infatti trasformarsi in compost, fertilizzante naturale che può tornare alla terra e rivitalizzare il suolo, e in biocarburanti avanzati sotto forma di biometano”.
Oggi, con 7,3 milioni di tonnellate raccolte e avviate a recupero, i rifiuti organici rappresentano il 40% degli scarti urbani complessivamente avviati a riciclo. L’obiettivo, dice il CIC, è quello delle 10 milioni di tonnellate da raggiungere in primo luogo estendendo a tutto il territorio nazionale le raccolte differenziate. Anche perché le nuove direttive europee la renderanno obbligatoria a partire dal 1 gennaio del 2022. L’incremento delle quantità raccolte però, dice il consorzio, va accompagnato da misure per migliorarne la qualità, con l’obiettivo di portare al di sotto della soglia del 2% la presenza nel rifiuto differenziato di impurità. “La presenza di contaminazioni tra filiere diverse genera infatti pesanti ripercussioni nella fase di riciclo dell’organico” spiega il CIC, sia sul piano ambientale, con il rischio di contaminazione del compost, che su quello economico, visto che il costo per il loro smaltimento è a carico degli impianti.
Ma nella programmazione degli interventi da finanziare con i fondi del Next Generation Eu, dice il CIC, è soprattutto al completamento della rete di impianti necessari a garantire un trattamento di prossimità che occorre dare priorità. Agli attuali 150, spiega il consorzio, se ne dovranno aggiungere almeno altri 50, concentrati soprattutto al Centro-Sud, dove la gestione dei rifiuti organici “potrebbe diventare anche occasione di inclusione sociale per le aree territoriali dove è maggiore la distanza dagli obiettivi di raccolta differenziata e riciclaggio dei rifiuti”. “A partire dall’occupazione, che si accompagna alla crescita della raccolta differenziata e successivo riciclaggio dei rifiuti organici: secondo le stime del Consorzio può crescere di oltre 4.000 addetti grazie al completamento delle raccolte differenziate, andando a coprire l’intero territorio nazionale” commenta Flavio Bizzoni, presidente del CIC. Nel complesso, calcola il consorzio, il fatturato diretto legato al settore del biowaste in Italia potrebbe passare da 750 milioni di euro a 1,2 miliardi di euro.