Taglio alla burocrazia, un quadro normativo più coerente e un maggiore riconoscimento della strategicità delle attività di riciclo e recupero energetico. Il memorandum in 12 punti di Assoambiente per il governo che verrà
Dominata dal tema dei costi e della sicurezza del sistema energetico nazionale, la campagna elettorale sembra essersi dimenticata dei benefici economici, ambientali e sociali di una gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti, così come degli interventi che servono per mettere in sicurezza le eccellenze nazionali del riciclo e recuperare i gap tra le varie aree del Paese. Tra price cap, rigassificatori e nucleare “il tema strategico della gestione rifiuti è purtroppo il grande assente in molti dei programmi delle forze politiche in campo e nel dibattito della campagna elettorale” sottolinea Chicco Testa, presidente di Assoambiente, l’associazione nazionale delle imprese del waste management e dell’economia circolare, che ha inviato alle principali forze politiche impegnate negli ultimi scampoli di campagna elettorale un manifesto in 12 punti con una serie di interventi “che dovrebbero costituire il perno delle scelte del prossimo Parlamento e del futuro governo” chiarisce Testa.
A fronte di risultati di eccellenza nel campo del riciclo (secondo Eurostat con l’83% di rifiuti portati a nuova vita nel 2020 l’Italia è prima in UE), quello nazionale resta un contesto “caratterizzato da gravi lacune e ritardi”, nodi che storicamente hanno frenato gli investimenti delle imprese di settore e che oggi stanno ostacolando gli interventi necessari a “rispondere alla drammatica situazione generata da due anni di pandemia e aggravata dalla preoccupante corsa al rialzo dei costi dell’energia e delle materie prime”, scrive Assoambiente, che mette in cima alla lista dei nodi da sciogliere quello della cornice normativa di settore. Serve “limitare gli interventi sulla normativa quadro – si legge nel manifesto – eliminando le disomogeneità territoriali e semplificando, per quanto possibile, gli adempimenti a carico delle imprese”. A questo va associata una massiccia opera di semplificazione dei provvedimenti autorizzativi, scrive Assoambiente, “rendendo perentori ed effettivi i termini per il rilascio di pareri da parte delle amministrazioni con la previsione del silenzio-assenso o di poteri sostitutivi in caso di inerzia”.
E visto che l’impennata dei prezzi di luce e gas rischia di strangolare anche le imprese della gestione dei rifiuti, molte delle quali energivore, l’associazione invita le forze politiche a mettere in campo nuove misure per garantire la sostenibilità economica e la stabilità delle forniture energetiche, anche “attraverso ulteriori interventi dell’ARERA” si legge nel manifesto. Sempre in tema di energia Assoambiente invita i partiti a sfruttare appieno “il potenziale energetico dei rifiuti per la produzione di elettricità, calore, biogas e biometano, rendendo le norme di settore coerenti con questo obiettivo”. Più in generale, si legge nel manifesto, serve “riconoscere la strategicità degli impianti di riciclo e recupero dei rifiuti e degli scarti, e individuare le necessità infrastrutturali e impiantistiche attraverso l’analisi dei fabbisogni” e parallelamente razionalizzare il sistema dei controlli” anche garantendo “un coordinamento più efficace tra i diversi enti territoriali che, a vario titolo, intervengono nel ciclo di gestione dei rifiuti”. Un’azione da accompagnare con uno snellimento del carico burocratico per le imprese che passi anche dall’unificazione e digitalizzazione dei “molteplici modelli di dichiarazione richiesti dalle diverse normative e dalle autorità locali”.
Serve garantire la sostenibilità economica delle attività di gestione dei rifiuti, sottolinea Assoambiente, secondo cui è necessario “intervenire urgentemente sul fenomeno dei ritardi dei pagamenti da parte delle P.A., che pongono a serio rischio soprattutto le imprese che operano nella raccolta dei rifiuti urbani” ma anche rivedere le logiche del mercato dei materiali riciclati, rendendoli “una risorsa conveniente e accessibile per il mercato e per i settori della trasformazione, attraverso la semplificazione dei percorsi normativi di riconoscimento degli End of Waste e dei sottoprodotti”. In più, si legge nel manifesto, “occorre prevedere un più stringente obbligo di applicazione del CCNL di categoria al fine di evitare fenomeni di ‘dumping’ concorrenziale”. “Chiediamo al mondo della politica l’impegno ad affrontare il tema della gestione dei rifiuti e delle bonifiche – dice Chicco Testa – con una visione globale di breve, medio e lungo periodo ed un approccio pragmatico, funzionale al rafforzamento di un comparto industriale in grado di imprimere slancio e competitività al nostro sistema Paese”.