Uno strumento strategico per favorire lo sviluppo di nuove tecnologie e impianti di recupero, stimolando il sistema di riciclo italiano che non riesce ancora a sfruttare i preziosi vantaggi derivanti da questo rifiuto
Per migliorare e rendere più omogenee le operazioni preliminari all’avvio a recupero e corretto trattamento delle pile esauste raccolte, il Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori propone un accordo di qualificazione rivolto alle aziende di selezione e trattamento di pile e accumulatori portatili esausti per migliorare la gestione dei rifiuti conferiti dal circuito del CDCNPA stesso tramite i sistemi collettivi e individuali che vi aderiscono. Un accordo fondamentale per permettere all’intera filiera di avere una maggiore consapevolezza della composizione della raccolta coordinata dal CDCNPA sul territorio, contabilizzando quanto conferito presso tali impianti.
Più di 5 milioni di kg di pile e accumulatori esausti ogni anno vengono esportati per trovare una seconda vita oltre i confini nazionali. L’accordo, dunque, rappresenta oggi uno strumento strategico per favorire lo sviluppo di nuove tecnologie e impianti di recupero, stimolando al contempo il sistema di riciclo italiano che non è ancora in grado di sfruttare i preziosi vantaggi derivanti da questo rifiuto.
“Da sempre lavoriamo per innalzare i livelli di raccolta differenziata e riciclo di pile e accumulatori esausti – spiega Alberto Canni Ferrari, Presidente di CDCNPA – con questo accordo puntiamo a semplificare il lavoro dei nostri consorziati e ad aumentare la qualità dei rifiuti in ingresso agli impianti di trattamento. Pensiamo, inoltre, che questo possa essere uno stimolo per le aziende presenti sul territorio nazionale a proseguire nel percorso virtuoso già intrapreso”.
Sarà necessario per le imprese che richiederanno tale qualificazione raggiungere gli standard operativi richiesti, sia in termini di capacità operativa, che in termini di gestione di rifiuti. Tra i fattori decisivi per il corretto avvio a recupero di tali rifiuti, infatti, vi sono le fasi di cernita e selezione delle diverse tipologie di batterie, sia in termini di formato (pile a bottone, stilo, batterie di cellulari, ecc.) che in termini di composizione chimica (zinco-carbone, alcaline, ioni di litio, etc.). In base all’accordo le pile in uscita dagli impianti qualificati dovranno avere un grado di “purezza” che va dal 99% al 99,5% su una tabella che individua oltre 25 categorie diverse, oggi presenti sul mercato.