Mentre Italia e Unione europea studiano le nuove regole in materia di responsabilità estesa dei produttori per il settore tessile, il sistema Erion gioca d’anticipo e lancia il proprio consorzio di filiera: si chiama Erion Textiles e unisce già brand come Amazon, Artsana e Save the Duck
Mentre le istituzioni nazionali e comunitarie lavorano al quadro normativo di riferimento per la gestione dei rifiuti tessili, l’Italia tiene a battesimo un nuovo consorzio di filiera. Si chiama Erion Textiles, ultimo arrivato nella famiglia dei sistemi collettivi di Erion, ed è nato dall’intesa tra alcuni dei principali player del settore: Amazon, Artsana, Essenza, Miroglio Fashion, Rimoda Lab e Save The Duck. Il nuovo sistema garantirà, per conto delle aziende associate, il rispetto degli obblighi e adempimenti ambientali che l’Italia e l’Ue si preparano a introdurre per le imprese produttrici e importatrici di tessile. A partire dalla corretta gestione del fine vita dei prodotti. “Tra le finalità di Erion Textiles – spiega Raffaele Guzzon, Presidente di Erion Textiles – c’è la volontà di essere protagonisti di un cambio di paradigma che metta l’ambiente al primo posto per una gestione corretta e trasparente del fine vita dei prodotti tessili, anticipando i prossimi obblighi normativi per la responsabilità estesa del produttore”.
Il nuovo consorzio targato Erion nasce del resto in un periodo di grandi trasformazioni nel panorama della gestione dei rifiuti tessili, a partire dall’introduzione dell’obbligo di raccolta differenziata, che in Italia è scattato il 1 gennaio del 2022, vale a dire tre anni prima rispetto alla scadenza del 2025 fissata dall’Ue. Anche sul fronte della responsabilità estesa del produttore (o EPR) il nostro paese ha provato a giocare d’anticipo, lanciando a febbraio di quest’anno la consultazione sul decreto del Ministero dell’Ambiente che avrebbe dovuto estendere il regime EPR anche al settore tessile, dopo imballaggi, prodotti tecnologici e pneumatici. L’iter del regolamento è poi stato messo in stand-by dal dicastero dopo che a luglio la Commissione europea ha presentato la propria proposta legislativa per l’introduzione dell’obbligo di responsabilità estesa armonizzato per tutti gli Stati membri. “L’esperienza del Sistema Erion – chiarisce Guzzon – costituirà la solida base da cui partire su temi quali la tracciabilità, la definizione di elevati standard di qualità, l’efficienza operativa ed economica, la sensibilizzazione dei cittadini e l’innovazione tecnologica”.
Nonostante la frenata del Ministero sull’EPR italiano, e sebbene le nuove norme europee debbano essere ancora discusse e concordate tra le istituzioni dell’Ue, la strada è di fatto già tracciata. L’obiettivo è quello di portare nell’alveo della sostenibilità uno dei settori più impattanti dell’industria mondiale. Secondo i calcoli dell’Agenzia europea per l’ambiente la moda è responsabile ogni anno del 10% delle emissioni climalteranti in atmosfera, del 20% dell’inquinamento globale di acqua potabile e del 35% di microplastiche primarie disperse nei fiumi e nei mari. Secondo Ispra, inoltre, nel nostro paese ancora oggi il 3,5% dell’indifferenziato è costituito da rifiuti tessili potenzialmente recuperabili, pari a circa 700mila tonnellate. Impatti che le aziende del settore tessile saranno chiamate a mitigare moltiplicando i propri sforzi su fronti come ecodesign e gestione circolare dei rifiuti. “Invitiamo tutte le aziende che abbracciano questa vision a entrare a far parte di Erion Textiles per dar vita, insieme, a una sostenibilità vera che non sia solo di moda, ma un nuovo modo di fare tendenza”, afferma il presidente di Erio Textiles.