Da Fondazione con il Sud un bando da 4 milioni di euro dedicato alle organizzazioni del terzo settore per promuovere lo sviluppo di modelli sperimentali di produzione e consumo fondati su processi di economia locale e sociale. Modelli di economia circolare ‘integrale’ “in cui niente e nessuno possa essere considerato uno scarto”, spiega a Ricicla.tv la coordinatrice Antonella Piccolella
Un bando per supportare lo sviluppo di soluzioni in grado di ridurre gli sprechi ed estendere la vita utile dei prodotti. Ma anche di stimolare l’inclusione lavorativa e la coesione comunitaria, garantendo che “niente e nessuno possa essere considerato uno scarto”. Questo, spiega a Ricicla.tv Antonella Piccolella di Fondazione con il Sud, l’ambizioso obiettivo del bando che mette a disposizione delle organizzazioni del terzo settore attive nelle regioni meridionali 4 milioni di euro per finanziare modelli sperimentali di produzione e consumo, sostenibili nel tempo e fondati su processi di economia locale e sociale. “Con questo bando la Fondazione rinnova il proprio impegno nel contrasto al cambiamento climatico – spiega Piccolella, coordinatrice dell’iniziativa – se il settore energetico è responsabile del 55% delle emissioni, è proprio la realizzazione di prodotti di uso quotidiano a pesare per il restante 45%. Vogliamo aiutare a ridurre gli sprechi attraverso pratiche di economia circolare a impatto sociale“. Per partecipare al bando, chiarisce Piccolella, “occorre essere un ente appartenente al terzo settore, quindi iscritto al registro nazionale RUNTS o con richiesta pendente e avere sede in una Regione tra Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna“.
Anche se in Italia il tasso di utilizzo circolare dei materiali è più alto della media dell’Unione europea (al 18,4% nel 2020, rispetto ad una media UE dell’11,7%), riscrivere il paradigma di produzione e consumo in un’ottica di transizione ecologica, avverte però la Fondazione, non può limitarsi a diffondere la pratica della raccolta differenziata e del riciclo, ma obbliga a ripensare il modo in cui produciamo e consumiamo. Un percorso che a Sud fa registrare ritardi in termini di infrastrutture e investimenti, si legge nel bando, oltre a resistenze culturali rispetto al superamento della cultura dell’usa e getta. Secondo la Fondazione, rafforzando l’alleanza con il settore pubblico e privato, il terzo settore può quindi farsi promotore di strategie multidimensionali di sviluppo basate sull’economia circolare, che coinvolgano i sistemi naturali, umani e sociali. “La missione principale della Fondazione è l’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno – chiarisce Piccolella – per questo i progetti dovranno essere presentati in partenariato con almeno tre soggetti, di cui almeno due appartenenti al mondo del terzo settore”.
In fase di valutazione, si legge nel bando, saranno particolarmente apprezzate proposte che intervengano nelle aree interne del Sud, dove l’economia circolare potrebbe rappresentare un’occasione di sviluppo, rivitalizzazione e coesione sociale. “I progetti potrebbero ad esempio prevedere la partecipazione attiva dei cittadini sia nella progettazione che nella gestione di modelli di economia circolare – spiega Piccolella – inoltre è incoraggiata l’inclusione lavorativa di persone svantaggiate. L’idea di fondo è che l’unicità del terzo settore consenta di promuovere modelli di economia circolare ‘integrale’, in cui niente e nessuno possa essere considerato uno scarto”. Le proposte potranno essere presentate esclusivamente on line fino alle ore 13 del 29 novembre 2024. “Ci attendiamo che le organizzazioni facciano soprattutto quello che è nel DNA del terzo settore – conclude Piccolella – ovvero che contribuiscano a sensibilizzare, educare e formare, responsabilizzando i cittadini rispetto all’impatto delle loro scelte”.