Italia ai vertici in Ue per produzione di acciaio da riciclo. Un primato frutto anche del contributo delle raccolte differenziate, che lo scorso anno, comunica RICREA, hanno garantito il ritorno a nuova vita di oltre 420mila tonnellate di scatolette, bombolette e fusti. Con un taglio netto delle emissioni e dei consumi di energia
Facile da differenziare e riciclabile all’infinito. Sono queste le qualità che fanno dell’acciaio il materiale più riciclato in Europa. E l’Italia, seconda siderurgia del Vecchio Continente dopo la Germania, non fa eccezione. Anche perché, a differenza dell’industria tedesca, che produce solo il 30% del proprio acciaio in forni ad arco elettrico alimentati a rottame di ferro, la siderurgia italiana raggiunge oggi l’80%. Con un taglio netto delle emissioni climalteranti, ma anche dei consumi di energia. Un primato frutto anche del contributo della raccolta differenziata degli imballaggi, che nel 2022 ha garantito l’avvio a riciclo di 428mila tonnellate di packaging in acciaio (oltre l’80% dell’immesso a consumo), con un tasso di riciclo che supera ampiamente l’obiettivo per il 2025 (70%) e raggiunge addirittura l’80% fissato per il 2030 dall’Ue. “Siamo molto orgogliosi dei risultati raggiunti – ha dichiarato il presidente del consorzio RICREA Domenico Rinaldini – nell’ultimo anno abbiamo sfiorato l’81% di imballaggi in acciaio avviati a riciclo, superando già oggi gli obiettivi europei fissati per il 2030. Questi risultati sono resi possibili dalle tante iniziative di comunicazione a livello nazionale e territoriale, e dal lavoro sinergico e ben collaudato di tutti gli operatori della filiera”.
Un lavoro che parte nelle case degli italiani, sempre più attenti a differenziare correttamente i propri imballaggi. Barattoli e scatolette, bombolette spray, ma anche tappi corona, capsule, scatole fantasia, latte, fusti e fustini. Numeri in crescita costante a ogni altezza dello Stivale. Nell’ultimo anno, ha comunicato RICREA in occasione dell’assemblea annuale, la quota pro-capite di imballaggi in acciaio raccolti è stata in media di 4,4 Kg per abitante. In totale sono state raccolte da superficie pubblica e privata 490.223 tonnellate di imballaggi in acciaio (+6% rispetto al 2021). Un risultato frutto anche della capillare diffusione delle convenzioni ANCI-CONAI per la promozione della raccolta differenziata: 446 quelle attive, per un totale di oltre 6mila Comuni e più di 51 milioni di abitanti serviti. Vale a dire l’86% della popolazione nazionale.
“Il percorso virtuoso degli imballaggi in acciaio – ha ricordato Rinaldini – inizia nelle case degli italiani e si conclude in acciaieria, dove vengono fusi per tornare a nuova vita, riciclati al 100% e all’infinito. La rinascita dell’acciaio sotto forma di nuovi prodotti rappresenta un perfetto esempio di economia circolare e di convenienza, tanto economica quanto ambientale”. Già, perché riciclare l’acciaio piuttosto che produrlo a partire da carbone e minerale di ferro ha aiutato l’Italia a tagliare l’utilizzo di 398mila tonnellate di materia prima vergine e la dispersione in atmofera di 548mila tonnellate di CO2 equivalente. Senza dimenticare che il riciclo dell’acciaio consuma meno energia rispetto al ciclo tradizionale. Un risparmio che nel 2022 ha toccato quota 6.750 TJ di energia primaria. Un contributo fondamentale al contrasto del caro energia, che lo scorso anno ha messo in ginocchio l’intera filiera siderurgica nazionale.