Dalla cosmetica alla bioedilizia, stop agli additivi chimici. Con Pigmento le bucce delle cipolle e i fondi del caffè diventano miniere di materie prime con cui produrre coloranti sostenibili. Mastromartino: “Si tratta di coloranti 100% naturali con i quali si possono ottenere colorazioni luminose e intense. Essendo prodotti che vanno a contatto con la pelle, non possono contenere additivi“
Fondi di caffè, bucce di cipolle, spinaci, per alcuni possono essere semplici scarti organici, ma c’è chi riesce a guardare oltre, ricavando proprio da questi rifiuti le materie prime per la produzione di coloranti naturali. L’idea nasce in Basilicata dai fratelli Mastromartino, giovani fondatori della startup Pigmento, che agli scarti alimentari hanno deciso di dare una seconda opportunità, attivando un meccanismo virtuoso di economia circolare. “Realizziamo coloranti naturali dalla lavorazione degli scarti agricoli. I rifiuti che utilizziamo sono vari: bucce di cipolla gialla e rossa, spinaci, fondi di caffè. Da questi estraiamo le materiale prime e tramite nuove tecnologie otteniamo il pigmento che trasformiamo in polvere. Questo è il prodotto finale che poi vendiamo alle aziende” spiega Miriam Mastromartino, founder di Pigmento.
Un progetto ambizioso di circular economy che corre lungo l’asse tosco-lucano. Infatti, dalla sede dove Pigmento è nata, a Melfi in provincia di Potenza, gli scarti agricoli, una volta raccolti, vengono trasportati e lavorati a Montespertoli in provincia di Firenze, sotto la guida esperta di un chimico, il fratello Vincenzo. “Prendiamo le materie prime da diversi fornitori – aggiunge Mastromartino – divisi tra la Basilicata e la Toscana. Ad oggi, il processo produttivo è completamente toscano”.
Con Pigmento le tradizionali pratiche del passato ritornano nel presente, rinnovandosi grazie alle nuove tecnologie. Risultato? I coloranti così ottenuti sono il frutto di soluzioni che hanno a cuore la salute della persona e dell’ambiente. “Il prodotto consiste in una polvere concentrata e pura. Parliamo di coloranti 100% naturali con i quali si possono ottenere colorazioni molto luminose e intense. Trattandosi di prodotti che vanno a contatto con la pelle, questi coloranti non possono contenere alcun tipo di additivi” continua Mastromartino.
I coloranti così prodotti trovano spazio in particolare nel settore della cosmetica e della bioedilizia, andando a sostituire gli additivi chimici ricavati spesso da sottoprodotti del petrolio, nocivi per la salute umana. “Ci rivolgiamo alla bioedilizia, alla cosmetica e alla detergenza, perché sono settori che utilizzano poche quantità di colorante per la colorazione delle loro basi. Siamo ancora in una fase di ricerca perché vogliamo realizzare altri tipi di coloranti con ulteriori matrici vegetali per ampliare la nostra gamma di colori” chiudere Miriam Mastromartino.