Networking, dibattito, ma anche progetti innovativi e soprattutto sostenibili: Napoli apre alle giovani imprese che al Green Med Symposium hanno portato tecnologia e know-how a supporto delle aziende della circular economy
La transizione ecologica e digitale fa tappa a Napoli, che con il Green Med Symposium si riconferma tra i Paesi del Mediterraneo capitale della sostenibilità. Tre giorni di dibattiti e brainstorming, dedicati all’ambiente, alla corretta gestione dei rifiuti e all’innovazione tecnologica con uno spazio interamente dedicato alle giovani startup che hanno fatto dell’economia circolare e della sostenibilità la propria mission. Tra le centinaia di candidature inoltrate, solo 16 eccellenze si sono aggiudicate altrettanti desk in una sala a loro interamente dedicata, portando così al Green Med Symposium tecnologia e know-how a supporto di imprese e aziende impegnate nel settore della green and circular economy.
Un momento di networking e confronto per un’imprenditoria giovanile che al Sud trova terreno fertile per sviluppare tecnologie d’avanguardia per il rilancio sostenibile del Paese. “Dalle startup e dalle loro soluzioni innovative traiamo le traiettorie del futuro, per permettere al nostro territorio di essere più sostenibile. La Regione Campania è al fianco delle giovani imprese – dichiara l’Assessore all’Innovazione della Regione Campania, Valeria Fascione – sulle quali ha investito oltre 50milioni nell’ultima programmazione. Queste startup continuano a crescere e ottenere un notevole successo, attirando l’attenzione di capitali privati e di grandi multinazionali. Siamo certi che questa che stiamo percorrendo sia la strada giusta, perché le startup hanno la capacità di accelerare i processi di innovazione. Ed è anche con lo sviluppo tecnologico che si favorisce la sostenibilità ambientale”.
Professionisti del futuro che al Green Med Symposium hanno portato le competenze e le conoscenze necessarie per favorire uno sviluppo di modelli industriali sempre più sostenibili e meno impattanti in termini ambientali. “Ricoeso ha l’obiettivo di realizzare elementi per l’arredo urbano e, più in generale, per gli spazi aperti – spiega Paolo Barberi, co-founder di Ricoeso – sostituendo gli aggregati naturali, quindi sabbia e ghiaia estratti dalle cave e dall’alveo dei fiumi, con aggregati riciclati. Così si risparmiano risorse naturali e si consente di costruire città più sostenibili“.
Non solo dibattito e networking: il Green Med Symposium è stata anche l’occasione per rilanciare la seconda edizione del Premio Claudio Cicatiello, quest’anno dedicata proprio alle giovani startup, distintesi per progetti particolarmente innovativi a supporto della transizione ecologica: dal trattamento delle acque reflue, all’efficienza energetica, passando per la bioedilizia, ma anche per la lotta all’inquinamento e agli sprechi, innovazione impiantistica, ecodesign e waste management. “Sanidrink propone un progetto particolarmente innovativo – spiega Rosalba Moretta – che si basa sull’uso di peptidi antimicrobici. È un progetto protetto da due domande di brevetto, una italiana e l’altra internazionale. L’obiettivo è di ridurre la carica batterica che può essere presente nell’acqua stantia di una borraccia, per esempio. È una tecnologia ‘safe and green’, in quanto il peptide è naturale. Questo progetto va nella direzione degli obiettivi SDGs“.
“Il progetto di NE&M nasce da un’idea relativamente semplice che si basa sull’estrazione da sottoprodotti e scarti dell’industria agroalimentare di composti ad alto valore aggiunto. In altri termini – aggiunge Francesco Donsì – è come se le cellule di biomassa venissero completamente aperte e ripulite, estraendone tutto ciò che di buono può essere riutilizzato e trasformato in ingredienti da reimpiegare nelle industrie alimentari, farmaceutiche e cosmetiche”.
Tre i premi in denaro a sostegno delle giovani imprese candidatesi alla manifestazione d’interesse. A decretarne i vincitori una giuria di esperti che ha riconosciuto il podio più alto con una ricompensa del valore di 3mila euro all’idea vincente di A.R.E.S., startup impegnata nella gestione e nel trattamento delle acque reflue a uso domestico, come quelle prodotte da lavastoviglie e lavatrici. “Abbiamo brevettato un dispositivo che consente di recuperare l’80% dell’acqua che viene utilizzata negli elettrodomestici. Questo è il primo premio che riceviamo come startup – afferma Piero Genualdo – essendoci costituiti da pochissimo tempo. Investiremo questo denaro nella nostra startup per andare avanti con i nostri progetti. Il nostro obiettivo è di trasformare questo progetto in un prodotto fisico, reale e tangibile”.