Acqua, una partnership internazionale per promuovere ricerca e innovazione

di Monica D'Ambrosio E Luigi Palumbo 23/01/2025

Si è riunito a Roma il tavolo di coordinamento di Water4All, il progetto nato nel 2022 per mettere assieme risorse e competenze nei vari Stati membri dell’Ue e lavorare a soluzioni comuni per “raggiungere l’obiettivo di sicurezza idrica per i diversi usi e per tutti i cittadini,”, spiega la coordinatrice Esther Diez


Dagli inquinanti emergenti come farmaci e pesticidi ai sempre più frequenti fenomeni di scarsità idrica. Quella per garantire l’accesso universale all’acqua – minacciata da sovrasfruttamento, inquinamento e cambiamento climatico – è tra le più ambiziose sfide ambientali nell’era della policrisi. Per questo, nell’arco della prossima legislatura, l’Ue dovrà investire in modelli innovativi e circolari capaci di mettere in sicurezza la risorsa e, con lei, “il nostro cibo, la nostra energia, la nostra economia”. È una rotta chiara, quella tracciata da Ursula von der Leyen nel programma presentato all’alba del secondo mandato alla guida della Commissione Ue, inclusa la prossima adozione di una Strategia Europea per la Resilienza Idrica che dovrà “promuovere un approccio circolare” e “rafforzare la sicurezza idrica” in tutti gli Stati membri, ma anche “contribuire a mitigare e prevenire lo stress idrico acuto in tutto il mondo”. Un piano con orizzonte al 2029, proprio come Water4All, la partnership internazionale nata nel 2022 e co-finanziata dall’Ue nell’ambito del programma Horizon per “raggiungere l’obiettivo di sicurezza idrica per i diversi usi e per tutti i cittadini, dentro e fuori i confini europei”, spiega la coordinatrice Esther Diez.

Obiettivi ambiziosi, che non potranno prescindere dal contributo, centrale, della ricerca. Meglio se coordinato in un’azione sinergica capace di mettere assieme risorse e competenze superando i confini nazionali e settoriali, come emerso oggi a Roma nell’ambito di un workshop Water4All coordinato da ISPRA. “Vogliamo promuovere l’allineamento tra programmi di finanziamento europei e nazionali, strategie di ricerca e applicazioni innovative sul territorio – chiarisce la coordinatrice del tavolo di lavoro Maria Chiara Sole – partendo da un gruppo pilota che include Italia, Francia, Spagna e Portogallo e puntando ad ampliare ad altri paesi nel prossimo futuro”. Un lavoro che non coinvolgerà solo il mondo accademico e della ricerca, ma anche gli operatori della gestione e le autorità di regolazione del ciclo idrico come i bacini distrettuali italiani. “I problemi che affliggono il ciclo idrico sono comuni a tutto il territorio europeo, e non solo – osserva Francesco Tornatore, dell’Autorità di bacino del fiume Po – per questo trovare convergenze a livello internazionale è fondamentale. Le soluzioni a problemi comuni possono essere individuate in un territorio e magari, poi, applicate anche in altri contesti”.

Water4All, del resto, nasce soprattutto per individuare e colmare “gap in termini di ricerca e innovazione”, spiega Esther Diez. “Al momento – aggiunge infatti Tania Tellini, coordinatrice del settore acqua di Utilitalia – non esiste un vero programma strutturato a livello nazionale né tanto meno a livello europeo”. Un vuoto che Water4All vuole contribuire a riempire anche mettendo a sistema le best practice espresse dai vari Stati membri in termini di approccio sistemico tra enti di ricerca e operatori della gestione idrica. Gli esempi non mancano, neppure a casa nostra. “Durante la pandemia – ricorda Tellini – il progetto SARI coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità ha coinvolto la maggior parte delle utility italiane in un’attività di sorveglianza sanitaria attraverso le acque reflue che ha dato risultati importanti. Tanto che l’approccio è stato incluso a pieno titolo anche nella nuova direttiva europea sulle acque reflue”. Un provvedimento entrato in vigore dal 1 gennaio di quest’anno, “che pone sfide importanti in termini di qualità, impronta energetica dei trattamenti e contaminanti emergenti – spiega Francesco Fatone, professore dell’Università Politecnica delle Marche – sfide per le quali bisogna capire regione per regione cosa è meglio sviluppare. Con Water4All cercheremo di stabilire come gestire in maniera efficiente le risorse, spesso limitate, per investire in innovazione e raggiungere anche questi obiettivi ambiziosi”.

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