È un conto salatissimo quello che nel 2015 l’Europa ha presentato all’Italia per il mancato adeguamento alle direttive comunitarie in materia di gestione dei rifiuti. L’anno appena trascorso ha visto bruciate in sanzioni decine di milioni di euro. È scaduto lo scorso 2 dicembre il secondo semestre dalla sentenza di condanna emessa dalla Corte di Giustizia europea per le 200 discariche abusive. Dodici mesi sono passati da quando, per i ritardi nella messa a norma degli invasi fuorilegge, i giudici della Corte hanno emesso a carico dell’Italia una maxisanzione da 40 milioni di euro, più 42 milioni per ogni sei mesi di ulteriore ritardo. Lo scorso 13 luglio, dopo la prima verifica semestrale, la Commissione Europea aveva notificato all’Italia un’ingiunzione di pagamento da 39 milioni 800mila euro, avendo riconosciuto la messa a norma di 15 discariche su 200. Restano insomma da risanare 185 siti.
Ora che anche il secondo semestre è scaduto, si attende di sapere quale sia l’ammontare della nuova sanzione comminata che, plausibilmente, dovrebbe aggirarsi intorno ad un importo simile a quello della sanzione comminata a luglio, visto che sul fronte delle bonifiche poco o nulla di nuovo è stato fatto. Cosa che porterebbe il totale delle sanzioni già pagate ad una cifra ben superiore ai cento milioni di euro. Dietro i ritardi accumulati nel risanamento delle discariche non a norma un misto di lentezza della macchina burocratica e di inerzia delle amministrazioni locali, unito, naturalmente, alla cronica carenza di fondi necessari a finanziare gli interventi di bonifica. Per questo motivo con la legge di Stabilità 2016 è stato aumentato di dieci milioni di euro il fondo istituito nel 2014 che destinava 30 milioni per l’esercizio finanziario 2014 e altri 30 milioni per il 2015 all’attuazione del “Piano straordinario di bonifica” per 44 dei siti in procedura d’infrazione. Per le discariche non ricadenti nel piano straordinario i finanziamenti dovranno ancora una volta essere reperiti altrove. Più di cento milioni, nel frattempo, sono finiti nel buco nero delle multe UE.
Accanto alle sanzioni per le discariche abusive ci sono poi quelle per le carenze del ciclo rifiuti in Campania. Venti milioni l’importo della sanzione una tantum comminata lo scorso 16 luglio dalla Corte UE, più 120mila euro per ogni giorno di ritardo nella costruzione degli impianti previsti nel piano rifiuti del 2012 e mai realizzati. Il primo semestre dalla sentenza scadrà il prossimo 16 gennaio e in regione poco o nulla è cambiato ad eccezione dell’avvio delle gare d’appalto per lo smaltimento fuori regione delle ecoballe. Cosa che potrebbe non essere sufficiente per Bruxelles, che chiede almeno l’adozione di un nuovo piano rifiuti sul quale rimodulare le proprie valutazioni. Senza un nuovo piano con il quale ricontrattare l’importo della sanzione, allo scadere dei sei mesi il totale delle multe quotidiane accumulate ammonterà a 21 milioni di euro. Una vera e propria corsa contro il tempo per il governatore Vincenzo De Luca, che nei prossimi giorni dovrebbe sottoporre all’esame dell’assemblea consiliare ben due proposte di legge per il riordino del ciclo, puntando alla loro approvazione entro la scadenza del 16 gennaio. Un tour de force che potrebbe non bastare a scongiurare il salasso europeo.