Riciclo, l’appello di FEAD: “Serve un Circular Economy Fund”

di Redazione Ricicla.tv 31/01/2025

Per spingere il mercato dei materiali riciclati, come punta a fare la nuova Bussola Ue, non serviranno solo misure regolatorie ma anche interventi finanziari e fiscali, scrive in una nota FEAD. “Serve una linea di bilancio dedicata”, avverte l’associazione che a giorni presenterà la sua strategia


C’è anche l’adozione di un nuovo Circular Economy Act nella Bussola Ue, il programma di legislatura presentato questa settimana dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen sulla scorta dei rapporti di Mario Draghi ed Enrico Letta. Un provvedimento da adottare entro il 2026 per “catalizzare gli investimenti in capacità di riciclo e incoraggiare l’industria dell’UE a sostituire efficacemente i materiali vergini” con l’obiettivo di “aiutare la decarbonizzazione, la competitività e la sicurezza economica dell’Ue”. Un percorso che non potrà prescindere dall’attivazione di incentivi che spingano la produzione e il consumo di materia riciclata, soprattutto se si vuole salvare dal collasso le filiere del riciclo, ha chiarito in una nota l’associazione europea del waste management FEAD.

“L’economia circolare – scrive l’associazione – è una parte cruciale dell’agenda per la competitività dell’Ue per raggiungere la decarbonizzazione e l’autonomia delle risorse, e deve essere sostenuta da azioni, tra cui una linea di bilancio dedicata del futuro Competitiveness Fund: il Circular Economy Fund“. Il nuovo corso dell’Ue, insomma, non dovrà passare solo per riforme e misure di natura regolatoria ma anche per interventi sul piano finanziario e fiscale. Indispensabili per chiudere un gap di investimenti che la Commissione stima in 27 miliardi di euro, chiarisce FEAD, ma anche per “ribaltare la realtà attuale”, nella quale, come indicato nel rapporto di Mario Draghi “le materie prime vergini sono più economiche delle materie prime riciclate”. Cosa che impedisce al mercato unico di garantire, come auspicato da Enrico Letta nel suo studio, “condizioni di parità per materiali, prodotti e servizi circolari”.

Uno stato di cose che danneggia non solo l’ambiente e il clima, chiarisce l’associazione, ma anche le filiere del riciclo che, come nel caso della plastica, “stanno attraversando una crisi che paradossalmente coincide con la recente adozione di un’ambiziosa legislazione a sostegno dell’economia circolare“, scrive FEAD. Nei prossimi giorni l’associazione pubblicherà la sua visione su una strategia per il mercato unico circolare per l’Ue, con la proposta ufficiale di istituzione del Circular Economy Fund e di un quadro organico di misure necessarie a “sostenere la transizione dalle materie prime primarie, garantendo il rafforzamento dell’autonomia strategica dell’Europa e contribuendo al tempo stesso alla transizione verde e digitale dell’Ue. “FEAD è pronta a lavorare a stretto contatto con la Commissione europea per tradurre la bussola della competitività in misure attuabili che sostengano un mercato unico europeo competitivo, sostenibile e circolare”, ha affermato la presidente Claudia Mensi.

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