Secondo IPSOS quattro napoletani su cinque non conoscono il significato dell’acronimo raee. Per rilanciare la raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche Erion, Comune di Napoli e ASIA hanno siglato un’intesa che guarda soprattutto alle giovani generazioni
Cosa è un raee? Quattro napoletani su cinque, rileva una ricerca IPSOS, non lo sanno. Ed è anche per questo che una fetta importante di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche continua a sfuggire al sistema ufficiale di raccolta, restando nel cassetto o finendo nel sacco nero dell’indifferenziato. Con un danno che è al tempo stesso ambientale ed economico, per il rischio di rilascio di sostanze inquinanti nell’ambiente e per la perdita di materie prime preziosissime, molte delle quali sempre più rare. Serve ripartire dalla comunicazione e serve farlo parlando alle giovani generazioni, per trasformarle da semplici consumatrici di nuova tecnologia a sentinelle della raccolta differenziata. È con questo obiettivo che il Comune di Napoli, la municipalizzata ASIA ed Erion hanno siglato un’intesa per lo sviluppo di attività di sensibilizzazione e di nuove modalità di raccolta dei raee nelle scuole. “I giovani fanno uso di tantissime apparecchiature tecnologiche, ma di fatto non gli si comunica correttamente dove e come conferirle – spiega l’amministratore unico di ASIA Domenico Ruggiero – attraverso le scuole e i canali istituzionali definiremo strumenti puntuali per la raccolta”.
L’accordo è stato sottoscritto nell’ambito della roadmap di Erion per il rilancio della raccolta dei raee nelle cinque principali città italiane (Bologna, Torino, Milano, Roma e, appunto, Napoli), con l’obiettivo, tra gli altri, di contribuire al recupero del profondo gap che separa l’Italia dai target di raccolta fissati dall’UE. “Dovremmo raccogliere circa 650mila tonnellate, mentre in tutta Italia siamo a 350mila – spiega il presidente di Erion Compliance Organisation Andrea Fluttero – buttare in discarica o inceneritore prodotti che hanno al loro interno materie prime importanti, dal ferro al rame all’alluminio fino alle materie critiche contenute nelle schede elettroniche, è poco intelligente. Soprattutto per un paese manifatturiero come il nostro”. “La gestione dei rifiuti elettronici è una delle grandi emergenze della contemporaneità – spiega il sindaco Gaetano Manfredi, secondo cui i raee “sono una grande risorsa ma anche un grande problema ambientale”. Gestirli correttamente, aggiunge, “ci dà la possibilità di ridurne l’impatto ambientale, ma anche di trovare risorse economiche”.
Nelle prossime settimane l’accordo si svilupperà su tre fronti: campagna di affissioni, attività formative per gli studenti e momenti di raccolta straordinari dei piccoli raee presso le scuole. Nell’ambito del progetto, in undici istituti della città verranno attrezzati da ASIA punti di raccolta dei piccoli raee e la scuola che avrà raccolto le quantità maggiori sarà premiata con un buono da 3mila euro per l’acquisto di materiale didattico. Ma alla competizione si affiancheranno anche momenti di formazione e informazione. “Nelle scuole devono passare messaggi veicolati in modo chiaro ed efficace dal punto di vista scientifico – dice Maura Striano, assessore all’Istruzione del Comune di Napoli – anche perché i ragazzi, che toccheranno con mano questi processi, una volta tornati a casa faranno a loro volta un lavoro educativo con genitori e parenti”.
Del resto, se per i rifiuti organici e gli imballaggi le buone pratiche di raccolta differenziata sono ormai un valore acquisito, in tema di raee la cultura della corretta gestione è ancora tutta da costruire. “Molti utenti non sanno affatto cosa siano i raee” dice il direttore affari generali di ASIA Carlo Lupoli. A confermarlo i dati di un’indagine di IPSOS secondo cui l’80% dei cittadini napoletani non conosce il significato dell’acronimo raee. Su 14 tipologie di prodotti oggetto del sondaggio, che vanno da pc e smartphone fino a contapassi e spazzolini elettrici, quasi 1 napoletano su 2 (il 49%) finirebbe per gettarne almeno uno nei contenitori della plastica o della raccolta indifferenziata (tra l’altro pensando, nell’88% dei casi, che questa sia la procedura corretta). Dall’indagine emergono, inoltre, comportamenti tali da alimentare i flussi paralleli illegali: il 35% dei napoletani intervistati ha dichiarato di essersi rivolto agli ‘svuota cantine‘ per disfarsi dei propri raee, il 31% non conosce la possibilità di conferirli ‘1 contro 1’ mentre addirittura il 62% dichiara di non conoscere la modalità ‘1 contro 0’.