BRUXELLES. Target stringenti per la gestione dei rifiuti urbani e misure traino per il mercato delle materie prime seconde. Queste le principali richieste avanzate dalla Fead, federazione europea dei gestori ambientali, in una lettera indirizzata al vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans. Un appello, quello di Fead, che precede di qualche settimana la presentazione, fissata per il prossimo 2 dicembre a Bruxelles, del nuovo pacchetto di misure sull’economia circolare. Pacchetto nel quale confluiranno anche le nuove direttive comunitarie su rifiuti e riciclo e che, scrive Fead “dovrà fornire quel supporto politico e legislativo necessario a spostare i rifiuti verso l’alto nella scala gerarchica europea delle pratiche di gestione, passando dallo smaltimento al riciclo, fino a restituirli ad un nuovo utilizzo”. Una strategia che secondo la Federazione dovrà necessariamente includere iniziative volte a stimolare il design eco-compatibile dei prodotti e a supportare il mercato dei materiali riciclati.
Perchè questa strategia risulti efficace, però, è necessario impedire che la parte riciclabile dei rifiuti finisca per essere smaltita in discarica. Fead chiede dunque alla Commissione di introdurre obiettivi stringenti di riciclo e, soprattutto, di riduzione dei conferimenti in discarica, fondamentali, si legge nell’appello “per fornire all’imprenditoria privata una base normativa stabile sulla quale programmare investimenti in infrastrutture per la gestione dei rifiuti”. Target che Fead auspica siano armonizzati a livello Europeo e non differenziati stato per stato, opzione, quest’ultima, verso la quale sembrerebbe invece propendere la Commissione Europea. “Ancora oggi – si legge nella lettera – in media il 31% dei rifiuti urbani finisce in discarica, con punte del 50% per metà degli Stati Ue. Cosa vera soprattutto per i paesi del centro e dell’est Europa, dove solo l’adozione a livello comunitario di appositi target per la riduzione dei conferimenti in discarica potrebbe riuscire a stimolare investimenti nel settore del riciclo”.
Un altro fronte sul quale Fead chiede alla Commissione di intervenire è quello della domanda di mercato legata alle materie prime seconde. “Le vecchie proposte di direttiva su rifiuti e riciclo (presentate a luglio 2014 dalla Commissione Barroso e ritirate a dicembre scorso da Jean-Claude Juncker) – spiega fead – erano troppo sbilanciate sul fronte dell’offerta. Introdurre il divieto di conferire materia riciclabile in discarica dal 2025 o fissare obiettivi di riciclo al 70% entro il 2030 – osserva Fead – vedrebbe aumentare esponenzialmente l’offerta di materia prima seconda. Ma da dove verrebbe la domanda di mercato per questa grande quantità di materiali?”
Una domanda più che legittima, visto che, spiega Fead “da solo il mercato non può realizzare il modello di un’economia circolare. Se i costi di raccolta, selezione e trattamento delle materie riciclabili arrivassero a pesare troppo sul valore di mercato delle materie prime seconde – avverte Fead – allora potrebbe diventare antieconomico raccogliere e processare la maggior parte dei rifiuti riciclabili in Europa”. Per questo Fead chiede l’introduzione di misure traino a supporto della domanda di mercato per le materie prime seconde, come l’introduzione di una soglia minima di partenza di contenuto riciclabile in determinati prodotti, l’obbligo di “acquisti green”, ovvero di prodotti riciclati o riciclabili, per le pubbliche amministrazioni dell’Ue, regole sulle eco-etichette per meglio segnalare i prodotti con contenuto riciclato o facilmente riciclabile e, infine, l’abbassamento o la cancellazione delle imposte sul valore aggiunto per i prodotti contenenti materiale riciclabile.