Dazi, Assorimap: “Rischio invasione di plastiche dal resto del mondo”

di Elvira Iadanza 16/04/2025

Il presidente dell’associazione Walter Regis lancia l’allarme: “C’è il rischio che l’Europa si ritrovi a subire una pressione competitiva dai paesi cosiddetti low cost


Le incertezze legate ai dazi imposti dagli Stati Uniti al resto del mondo e la “guerra commerciale” avviata con la Cina aumentano i timori di tutti i settori produttivi, e, stavolta, a lanciare l’allarme è Assorimap, l’associazione nazionale riciclatori e rigeneratori di materie plastiche aderente a Confimi industria.

Il rischio, spiega il presidente dell’associazione, Walter Regis, è che le plastiche dirette verso il mercato statunitense vengano dirottate verso l’Ue, dove già oggi i polimeri extra continentali, provenienti soprattutto dal sud est asiatico, soddisfano oltre il 20% del consumo interno. Il vero problema, però, sottolinea Assorimap, è “la non conoscenza dell’esatta composizione di questi materiali”. La questione – sottolinea Regis – è che “non esiste ancora un codice doganale che identifichi il riciclato rispetto al vergine, e soprattutto manca un sistema comunitario di certificazione e tracciabilità che garantisca il contenuto di riciclato dichiarato”. Un tema – spiegano gli addetti al riciclo – in contraddizione con le regole che i produttori europei sono chiamati ad osservare attenendosi al nuovo regolamento imballaggi, che impone obiettivi di contenuto minimo riciclato in tutto il packaging in plastica.

Secondo l’associazione, dunque, sarebbe necessario fissare a livello europeo misure di tutela e difesa commerciale per tutelare gli operatori “a partire dall’applicazione di norme equivalenti sulla produzione di materiali e prodotti importati”, per evitare che “l’Europa si ritrovi a subire una pressione competitiva dai paesi cosiddetti low cost”, spiega Regis. Le richieste di Regis, quindi, sono chiare: “Servono incentivi per sostenere un comparto già gravato dal caro energia, l’attivazione di controlli serrati e un monitoraggio attento sui flussi di import”.

Misure che potrebbero contribuire a promuovere un mercato globale in cui la qualità del prodotto sia un fattore competitivo e al contempo tutelare un settore che, in Europa, sta già vivendo uno dei peggiori periodi proprio a causa dell’ondata di polimeri di importazione che sta mettendo fuori mercato i materiali vergini e secondari prodotti dalle industrie dell’Ue. Situazione critica che si riflette nei numeri del rapporto Assorimap pubblicato nel 2024 e in cui si legge che i fatturati delle aziende che operano nel riciclo meccanico delle plastiche sono calati, nel 2023, del 31% rispetto all’anno precedente.

A diminuire, di pari passo con i ricavi, è anche la produzione. Nel 2023 i volumi prodotti dal riciclo meccanico di scarti pre e post consumo hanno fatto segnare per la prima volta in assoluto una contrazione rispetto all’anno precedente, una spia di un trend negativo dell’intera industria continentale dei materiali polimerici, che ha visto i dati della produzione passare dai 58,9 milioni di tonnellate del 2022 ai 54 del 2023. Una diminuzione dell’8,3%, come scriveva Plastics Europe nel suo report del 2024 e che ha visto la produzione di plastiche riciclate meccanicamente a partire da scarti post consumo che ha registrato una contrazione del 7,8%. Tutto questo mentre nel resto del mondo i numeri segnavano un +3,4% della produzione.

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