ROMA. Ripensare il sistema dei consorzi e riformare l’imposizione per il servizio rifiuti affidandone la tariffazione ad un’ente terzo nelle vesti di un’Authority. Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha affidato agli ultimi minuti della sua audizione di ieri mattina in Commissione Affari Sociali della Camera (dedicata a sostenibilità ambientale e lotta agli sprechi) tre punti chiave intorno ai quali potrebbe ruotare l’attività legislativa del suo dicastero nei prossimi mesi. Il primo tema su cui il Ministro ha risposto è stato appunto quello dedicato al sostanziale monopolio del Conai sui rifiuti da imballaggio. Punto sul quale avrebbe dovuto intervenire un emendamento al collegato ambientale in via di approvazione al Senato, emendamento poi ritirato in vista di un futuro provvedimento organico e probabilmente più strutturato dedicato alla materia. Una posizione già ribadita dai principali interlocutori politici ed istituzionali che per la prima volta viene sottoscritta con dichiarazioni ufficiali da via Cristoforo Colombo. «Sugli imballaggi chiedo di fare una riflessione di ampio respiro – ha detto Galletti – abbiamo bisogno di ripensare il tema dei consorzi per intero. Abbiamo ritenuto di stralciare dal collegato ambientale le disposizioni che riguardavano i consorzi imballaggi proprio perché intendiamo rivedere in maniera organica il funzionamento del sistema. Stiamo operando per allungare la vita degli imballaggi – ha aggiunto il Ministro – è una cosa che stiamo già facendo insieme agli stessi consorzi, e potrebbe essere una parziale soluzione nell’ottica di una riduzione degli sprechi. Di sicuro non abbiamo mai preso in considerazione una tassazione maggiore: può essere tema di discussione, ma non c’è nulla allo studio in questo senso». Trasparenza e ottimizzazione del servizio per estendere l’uso consapevole delle risorse da parte del cittadino. Sarebbe questa la strada da percorrere, ma in questo senso seguendo lo schema attuale non c’è molto spazio all’interno del quale il Governo centrale possa muoversi. «Sulla tassa rifiuti è difficile parlare di agevolazioni perché abbiamo un sistema poco chiaro – dice Galletti – credo che dovremmo andare nella direzione di una trasformazione della tassa in tariffa». Una strada che renderebbe più vicina alla sua attuale natura l’imposizione al cittadino del costo del servizio. La tassa dovrebbe avere una correlazione diretta tra servizio reso e prelievo fiscale sul singolo contribuente, mentre l’istituzione di una tariffa permetterebbe allo Stato di quantificare l’entità del costo del servizio al cittadino e di andare ad incidere su di essa, lasciando lo spazio all’ente (pubblico o privato) che gestisce quello stesso servizio di premiare le buone pratiche o di commisurare delle variazioni sulla base di scelte tecniche o politiche. Il modello da seguire per Galletti sarebbe quello dell’autorità per il servizio idrico, cioè «affidando la tariffazione ad un ente terzo, cioè un’Authority, che dispone la tariffazione dei rifiuti, dopodiché l’incentivazione può essere più semplice perché i singoli Comuni potranno intervenire su quella tariffa facendo come meglio credono. Sarebbe un sistema molto più lineare e trasparente: ma per il sistema com’è adesso diventa difficile da parte del centro andare ad incidere su una tassa locale. Non sarebbe neppure necessario istituire un nuovo ente, basterebbe estendere le competenze dell’Autorità per l’acqua». Su tutte e tre le tematiche si era già espresso in tempi non sospetti il presidente della Commissione bicamerale d’indagine sul ciclo dei rifiuti Alessandro Bratti, che ha ribadito la sua posizione ieri a margine della presentazione del rapporto “Rifiuti Urbani” 2015 dell’Ispra, sempre nella giornata di ieri. «È importante sapere quanto costa una tonnellata di spazzatura e quanto costa il servizio – ha detto Bratti – dunque è buona la strada indicata, quella cioè di affidare la regolamentazione ad un’Authority a cui sta pensando il ministro dell’Ambiente Galletti». Visione condivisa anche quella sul Conai: «C’è bisogno di aprire un ragionamento organico e di capire come introdurre elementi di concorrenzialità può far bene al sistema».