Torna l’appuntamento con “Rifiuti&Territorio”, un format ideato da Ricicla.tv in collaborazione con il Roma e Ottochannel, diventato ormai un appuntamento fisso per coloro i quali vogliono tenersi aggiornati sui più importanti temi ambientali della regione Campania. La terza puntata, interamente dedicata al fenomeno dei roghi nella Terra dei Fuochi e alle conseguenze per l’ambiente e i cittadini, andrà in onda stasera alle 22.30 su Ottochannel, canale 696 del digitale terrestre.
Gli ospiti della terza puntata Antonio Limone, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno; il dottor Giuseppe Papaccioli, dirigente dell’Asl Napoli 1 ed ex sindaco di Caivano; Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico di Legambiente Campania. Ad animare il dibattito la giornalista del Roma Antonella Monaco; il direttore di Ottochannel, Pierluigi Melillo e il giornalista ambientale della redazione di Ricicla tv Luigi Palumbo.
Ma cosa si intende per Terra dei Fuochi? È un’espressione diventata negli ultimi anni sinonimo di scempio ambientale. Un termine ombrello, che raccoglie sotto di sé fenomeni molteplici e diversi di malagestione dei rifiuti: dagli intombamenti camorristici tra gli anni ‘80 e i primi anni 2000 agli stoccaggi provvisori, poi diventati definitivi, nati durante l’emergenza rifiuti, fino al fenomeno dei roghi tossici. Ed è proprio su quest’ultimo che si è cercato di stimolare il dibattito, interrogandosi su sui suoi effetti in termini sanitari e ambientali e, soprattutto, sulle sue connessioni con un’altra piaga che affligge la Campania: il lavoro nero e la manifattura in regime di evasione fiscale.
Il fenomeno dei roghi si intreccia con un altro radicato e drammatico problema: la contraffazione. Basti pensare che secondo una ricerca del Censis realizzata per il ministero dello Sviluppo Economico, nel 2018 nella sola provincia di Caserta la Guardia di Finanza ha effettuato 192 sequestri di merce contraffatta, ha confiscato più di 49.000 articoli falsi e ha denunciato 93 persone. Solo la punta dell’iceberg se si pensa che il mercato del falso vale a livello nazionale 7,2 miliardi di euro e sottrae più di 100.000 posti di lavoro all’economia legale. E Napoli rappresenta tristemente un hub nazionale di produzione, assemblaggio e stoccaggio di merci false provenienti soprattutto dal Sud-est asiatico.
È per questo che serve controllo sul territorio ma soprattutto prevenzione, con misure che agiscano più in profondità cambiando questo sistema criminale ormai in cancrena.
Occorre specificare, però, che negli ultimi anni qualcosa sta cambiando. Gli interventi di spegnimento dei Vigili del fuoco che nel 2012 erano stati 3.984, sono scesi a 1.978 nel 2017 e a 1.511 nel 2018 con un calo pari al 25%. È chiaro che non è sufficiente, perché fino a che i cittadini saranno costretti a vedere anche solo una fiamma sul ciglio polveroso di una strada di campagna hanno il diritto di protestare e di chiedere che venga tutelato il proprio diritto alla salute.
Lotta alla contraffazione e controlli a tappeto sono, dunque, i primi passi da fare per iniziare ad arginare un fenomeno che ha cause socio-economiche e culturali e affonda le sue radici in un territorio fragile, senza alternative, dove la seduzione dell’illegalità ha ancora un forte appeal sui cittadini disillusi e senza speranze.
Una sfiducia profonda, dunque, colpisce gli abitanti dell’hinterland napoletano e casertano perché quello dei roghi degli scarti da lavorazione è solo un capitolo di questa triste storia. Una storia fatta di abbandono incontrollato di rifiuti che vengono dati alle fiamme, di interramenti di rifiuti tossici e speciali, di incuria, di mancata assistenza e mancato controllo. La Terra dei Fuochi è stata per anni terra di nessuno dove al posto della speranza è germogliata la sopportazione. E i cittadini si sono ormai abituati a sopportare, tollerare, patire, subire perdendo la fiducia nella politica e nelle istituzioni. Rimane solo un auspicio: quello di trovare un antidoto per annientare quel mostro che divora la vita di grandi e piccini senza scrupolo alcuno.