Potenziare il processo di riciclo nella gestione dei rifiuti, investire in tecnologia e ricerca, lavorare per rendere la mobilità a impatto zero: sono solo alcune delle priorità d’azione nel processo dell’Italia verso la decarbonizzazione
Gestione dei rifiuti, decarbonizzazione, lotta ai cambiamenti climatici, ma anche sfida tecnologica, mobilità sostenibile e nucleare: sono questi i principali temi al centro del digital talk “La Transizione Ecologica tra desideri e realtà” che nella serata di ieri ha ospitato il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, intervistato da Chicco Testa, presidente FISE ASSOAMBIENTE e Monica D’Ambrosio, direttore di Ricicla.tv. L’evento, promosso dalla Fondazione Ottimisti&Razionali e da FISE Assoambiente, in collaborazione con Italia + verde, è stato un momento di approfondimento per dare risposte e fare maggiore chiarezza sul futuro del Paese alla luce delle ambiziose sfide europee a cui l’Italia è chiamata.
Sfide alle quali l’Italia dovrà rispondere puntando sul giusto connubio tra tecnologia e sostenibilità. “La transizione ecologica – ha spiegato Cingolani – è un argomento molto divisivo. Non esiste una ricetta unica. La percezione diffusa dell’urgenza di interventi concreti per contrastare il cambiamento climatico si è affermata solo negli ultimi anni. La tecnologia rappresenta lo strumento centrale di questa lotta, ma nessuna tecnologia è a impatto zero. Cosa manca oggi alla tecnologia? Il risk assestement e la capacità di spiegarla efficacemente sin dalle scuole. Il primo tassello della transizione è sviluppare una discussione pacata, priva di ideologia che è la grande nemica di qualunque scelta ponderata. Una priorità assoluta è oggi investire in ricerca e sviluppo per una crescita rapida delle attuali possibilità tecnologiche. La transizione non può essere realizzata a spese dei lavoratori, dovrà essere sostenibile sia a livello ambientale che sociale”.
Il 2050 non è poi così lontano. Bisogna agire subito per raggiungere l’ambizioso target europeo di decarbonizzazione: “Abbiamo tempi stretti per compiere passi importati nella lotta al cambiamento climatico – spiega il Ministro della Transizione Ecologica – e questo comporta una trasformazione enorme che porta con sé resistenze molti forti. Dovremo installare enormi fonti di energia rinnovabile nei prossimi 9 anni (per abbattere le emissioni di CO2), circa 70 gigawatt. In media fino ad oggi siamo stati in grado di ‘mettere a terra’ circa 0,8 gigawatt l’anno. È un’operazione gigantesca. La difesa del proprio territorio da parte dei comitati locali è comprensibile, ma se vogliamo raggiungere i risultati in termini di decarbonizzazione secondo i target fissati a livello globale, occorre una visione più ampia e non ideologica. Il PNRR seguirà solo la prima fase di questa transizione verso la decarbonizzazione. Sarà un motore che darà la prima decisiva spinta propulsiva, liberando peraltro anche risorse nazionali”.
Sul fronte della mobilità sostenibile, spiega il Ministro, c’è ancora tanto su cui lavorare: “Il raggiungimento del 60% di penetrazione dell’auto elettrica al 2030 sarà un target difficilmente raggiungibile. Anche guardando all’attuale intero ciclo di vita delle auto elettriche, c’è molta strada da percorrere per rendere le fonti energetiche totalmente rinnovabili. Il business model delle reti di rifornimento andrà totalmente ripensato. Oggi abbiamo 13 milioni di veicoli Euro0, Euro1 ed Euro2. La tecnologia Euro6 ci consente già oggi di compiere un deciso passo in avanti sul fronte della riduzione delle emissioni. La micromobilità elettrica è destinata a rivoluzionare la mobilità cittadina a basso impatto ambientale”.
Capitolo rifiutii: nessuno stigma sul recupero energetico e ‘sì’ al potenziamento nel processo di riciclo della plastica: “Guardando agli obiettivi europei, in futuro il 10% dei nostri rifiuti, o anche meno, andrà in discarica, il 65% sarà riciclato e il 25% potrà essere gestito anche con tecniche di recupero energetico. La valorizzazione energetica dei rifiuti in alcuni ambiti può risultare strategica. Pensare che esistano soluzioni uguali ovunque è miope, bisogna adattare modelli e progetti a seconda dei diversi casi. Sul fronte del riciclo dei rifiuti, va ancora fatto un grande lavoro sulla plastica, anche avviando un’ulteriore riflessione sul ciclo di vita dei nuovi materiali”, dichiara il Ministro Roberto Cingolani.
Per Cingolani serve potenziare la ricerca sul nucleare per non abbandonare gli ambiziosi programmi sovranazionali: “L’Italia ha alle spalle una grande esperienza nella ricerca e nello sviluppo nel settore della fisica nucleare. La Francia e altri 10 Stati membri – aggiunge il Ministro Cingolani – hanno recentemente richiesto se l’energia prodotta da mini-reattori nucleari possa essere definita ‘verde’. Sarebbe un cambiamento radicale delle regole. Oggi si stanno eseguendo valutazioni, su cui è ancora prematuro pronunciarsi. L’Italia deve partecipare ai programmi sovranazionali di ricerca, anche su questi temi. Bisogna avere il coraggio di non abbandonare mai l’attività di ricerca”.
Quanto alle sfide del Pnrr, per Cingolani il nuovo Ministero della Transizione Ecologica potrà dirsi pronto a raccoglierle solo a patto di una trasformazione nel ‘mix’ delle professionalità. “Le leggi si possono cambiare – ha spiegato Cingolani – la termodinamica no. La sfida del PNRR impone un cambiamento dell’apparato di regole e una trasformazione del Ministero in un laboratorio, con un sano mix di giuristi e tecnici che operino in sinergia per gestire al meglio i circa 16 miliardi all’anno per la transizione. L’attuale struttura ha ottime professionalità che vanno però integrate, visti gli elevati obiettivi”.